COSA TROVERI IN QUESTO ARTICOLO
- 18 tecniche per creare i personaggi di un romanzo
- 1. Fatevi ispirare dalla realtà
- 2. I personaggi devono essere credibili
- 3. Chiedetevi cosa volete che il pubblico provi nei suoi riguardi: amore, pena, repulsione, compassione o indifferenza
- 4. Dotate il vostro personaggio di personalità
- 5. Aspetto fisico
- 6. Fatelo contraddire ma non perdere in coerenza
- 7. Adattate la trama al personaggio
- 8. Frequentate il vostro personaggio
- 9. Calate i vostri personaggi in un’epoca e in un ambiente
- 10. Nella storia possono essere presenti :
- 11. Mostrate non descrivete
- 12. Dialoghi: comunicazione paraverbale
- 13. Motivazione/desiderio
- 14. Scegliete cosa non dire sui vostri personaggi
- 15. Introducete un Flashback per raccontare il passato di un personaggio
- 16. Importanza dei nomi e dei soprannomi.
- Clicca qui per maggiori informazioni
- Domande per conoscere meglio il vs. personaggio
18 tecniche per creare i personaggi di un romanzo
Quante volte finiamo la lettura di un romanzo con l’impressione di conoscere tutto del protagonista, come se fosse un caro amico?
E quante, invece, nella vita reale, abbiamo l’impressione che una persona, per quanto intima, ci rimanga ancora oscura, non la capiamo del tutto, ci fa affondare in reciproche incomprensioni ?
Anche se pensiamo di conoscere bene una persona, questa conoscenza sarà sempre un’approssimazione. Sarebbe presuntuoso affermare di conoscere ogni sfumatura, ogni lato, ogni pensiero, emozione, paura, speranza di una persona che fa parte della nostra vita.
In un romanzo, a differenza della vita reale, invece possiamo conoscere tutti gli aspetti del personaggio: dalla vita, alla morte, dai comportamenti più superficiali, agli aspetti più profondi, delicati, complessi, disturbanti. Luci ed ombre. Proviamo questa sensazione perché lo scrittore sa tutto di lui, o dovrebbe darci l’impressione di conoscere tutto di lui, anche se poi giustamente, applicando il principio dell’iceberg di Hemingway, non ci descrive ogni suo aspetto.
Un personaggio è reale quando il romanziere sa tutto di lui.
Forster
Quando scriviamo un romanzo, per dare efficacia alla nostra storia, dobbiamo assolutamente creare dei personaggi realistici, convincenti e credibili.
I personaggi si muovono come attori sul palcoscenico. L’importante non è quale ruolo gli avete assegnato, ma quanto bene glielo fate interpretare. Ricordate che un personaggio letterario deve uniformarsi alle leggi interne della narrazione.
Come dice Pontiggia, dovete chiedere conferma al testo, e non alla vita reale.
Ecco una serie di consigli che, lungi dall’essere una spiegazione esaustiva, possono aiutare a dare
spessore e credibilità ai vostri personaggi letterari nella stesura di un romanzo o di un racconto.
1. Fatevi ispirare dalla realtà
Per creare un personaggio credibile basterà guardarsi attorno, osservare amici, conoscenti e sconosciuti. Ma questo non basta. Ci sederemo poi a tavolino e, tra un cornetto e un cappuccio, cercheremo di creare più interesse possibile da parte del lettore. Non dobbiamo riportare su carta fedelmente i comportamenti di una persona (anche perché possiamo rischiare la denuncia:-). Dobbiamo narrativizzare la persona, prendendone alcune caratteristiche (magari mischiandole con caratteristiche nostre o di altre persone) e lavorare di fantasia.
In che modo vi saluta il panettiere? Che tono di voce ha tua zia? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
2. I personaggi devono essere credibili
I personaggi, anche nei contesti più assurdi e nelle trame più avvincenti, devono compiere azioni della vita di tutti i giorni. Per questo basta che vi guardiate in giro. Se descrivete un dentista, andate dal dentista e osservate i gesti propri del suo mestiere: come indossa i guanti di lattice? (C’ è chi se li infila e sfila centinaia di volte e chi invece li tiene sempre addosso).
Non abbiate timore di far accadere eventi che sembrano stridere con la personalità predominante, in realtà questo aggiunge credibilità: anche ad un criminale incallito può cadere un ponte.
3. Chiedetevi cosa volete che il pubblico provi nei suoi riguardi: amore, pena, repulsione, compassione o indifferenza
E costruite il personaggio in base a questa affinità emotiva. Se volete repulsione, fategli compiere un gesto abominevole, qualcosa che vi disgusta.
Un uomo normale, davanti alla fotografia di un gruppo di alunne, se dovesse indicare la più bella, probabilmente non sceglierebbe la ninfetta. Bisogna essere artisti, folli, bisogna essere pieni di vergogna, di malinconia, di disperazione, per riconoscere, in mezzo alle altre, il micidiale demonietto. Spicca tra le ignare compagne, inconsapevole anche lei del proprio fantastico potere. (Humbert, Lolita)
4. Dotate il vostro personaggio di personalità
Il vostro personaggio deve rimanere impresso nella mente del lettore il più a lungo possibile, anche dopo che questo ha finito di leggere la storia.
Sviluppate quindi:
• UN LATO IN OMBRA.
È dal contrasto tra luce e ombra che nasce il conflitto interiore, che porterà poi il personaggio a trasformarsi nel corso della storia.
Potresti approfondire il conflitto a tre livelli del personaggio letterario.
5. Aspetto fisico
L’aspetto fisico non è solo statura e colore degli occhi: prestate attenzione ai particolari: un tatuaggio nascosto o ostentato, il modo di indossare un cappello, la cura eccessiva o assente dei capelli, le calzature (penso che si abbia sempre un rapporto particolare se non feticista con le scarpe, anche perché è un indumento che ci vediamo addosso tutti i giorni e dura a lungo. Anche lo sceglierle a casaccio dice molto del personaggio.)
Un mio ex collega aveva sempre la forfora sul maglione e i capelli untuosi. Poteva anche essere la persona più intelligente e onesta del mondo ma, ogni volta che gli parlavo, provavo sempre una senso di ripugnanza.
In questo video faccio ulteriori considerazioni sulla necessità di inserire dettagli, che potrebbero sembrare superflui.
6. Fatelo contraddire ma non perdere in coerenza
Le contraddizioni e i conflitti sono ciò che rende un personaggio interessante e complesso Condividi il Tweet
Ma il suo comportamento deve essere sempre riconoscibile, autentico, coerente con la sua personalità.
Messi di fronte a scelte difficili, i personaggi rivelano il loro carattere più intimo, cioè mostrano chi sono veramente.
Una ragazza apparentemente forte e strafottente e che non tratta bene suo marito, di fronte alla possibilità di perder tutto, potrebbe rifugiarsi con la coda tra le gambe nel matrimonio.
7. Adattate la trama al personaggio
Il nostro personaggio letterario, il cui comportamento dovrà essere riconoscibile ma non prevedibile, non dovrà mai essere funzionale alla trama ma sarà la trama che dovrà essergli congeniale.
Infatti, non è raro che, per quanto si sia stabilita una trama, una volta approfonditi i caratteri dei personaggi, si sia costretti a cambiarla, perché il personaggio non può che comportarsi che in quel modo in quella circostanza!
La ragazza di prima, che per paura si stava rifugiando nel matrimonio, all’improvviso cambia idea, in quanto trova un amante passionale che le offre di scappare con lui.
8. Frequentate il vostro personaggio
Una volta creato il nostro personaggio, dovremo imparare a conoscerlo, provare ad immaginare di trovarci a tu per tu con lui. Dobbiamo farlo diventare una sorta di amico “immaginario” (proprio come quello dei bambini): dovremo portare il lettore a pensare che noi conosciamo così bene il nostro personaggio che sappiamo certe cose di lui anche se “non le diciamo”.
Familiarizzate con il suo background, da dove viene, in che contesto familiare, sociale ed economico è cresciuto.
Penso che l’età sia uno di quegli elementi fondamentali che permettono l’identificazione con il lettore.
Se siete in difficoltà, qui trovate una scheda sintetica che può aiutarvi a costruire il vostro personaggio.
→ Tip Bonus: fate un’intervista con almeno 30 domande a tutti i vostri personaggi. Le domande non devono riguardare solo
la storia e la trama del romanzo.
(oppure scaricate qui la scheda sintetica per il tuo personaggio letterario)

9. Calate i vostri personaggi in un’epoca e in un ambiente
Dobbiamo sempre contestualizzare i nostri personaggi: un’azione compiuta in un’epoca e in un ambiente può risultare scandalosa, mentre in altro luogo e tempo no. A Dublino è normale vedere ragazzi dello stesso sesso andare in giro per mano e baciarsi. Ve lo immaginate in Inghilterra in epoca Vittoriana, o nei nostri giorni in India?
Una volta creato il contesto e il background, il lettore si costruirà aspettative diverse.
Abbiamo tifato tutti per Jennifer Beals proprio perché veniva da una famiglia povera e aveva una passione vera per la danza. Avreste tifato per Paris Hilton allo stesso modo?
10. Nella storia possono essere presenti :
- un protagonista: molte volte è colui che compie il viaggio dell’eroe, ma attenzione. Non è sempre necessariamente buono: Kevin di “E ora parliamo di Kevin”);
- la spalla del protagonista: a volte ha funzione ironica o di supporto del protagonista (Robin di Batman e Robin);
- un antagonista: non è necessariamente cattivo. (Ad esempio, prendete il cieco nel racconto “Cattedrale” di Carver );
- animali ( il pescespada ne “Il vecchio e il mare”);
- comparse (definiscili con una caratteristica: la torta di nonna Papera);
11. Mostrate non descrivete
Ovvero, applicate la tecnica narrativa chiamata Show, don’t tell e prestate attenzione alla comunicazione non verbarle e paraverbale.
Lasciate emergere la fisicità e il carattere dalle azioni. Se il vostro personaggio è una ragazza timida, potrebbe parlare controllando costantemente le doppie punte dei suoi capelli. Una ragazza estroversa guarderà il suo interlocutore negli occhi, ravviandosi costantemente i capelli. Se mostriamo come un personaggio si comporta, possiamo evitare di descriverlo.
Non scriviamo: è un ragazzo timido; alla fine di una conferenza, alle “domande del pubblico”, facciamogli alzare la mano a mezz’asta, per poi riabbassarla subito.
12. Dialoghi: comunicazione paraverbale
I dialoghi sono il modo migliore per mostrare direttamente un personaggio: cosa dice, come lo dice, il linguaggio che usa (slang, modi di dire), la pause.
Elementare Watson!
Oltre alle parole utlizzate, prestate attenzione al modo in cui qualcosa viene detto: tono, velocità, timbro, volume, ecc. della voce.
Nella scrittura possiamo pensare all’uso della punteggiatura, capace di infondere un certo ritmo a quello che si legge.
Mio padre, ad esempio, grida anche quando non vuole; una mia ex collega esclamava sempre “Wow” come Lory del Santo. La cosa bella è che era spontanea.
Se vuoi approfondire, leggi la distinzione tra comunicazione verbale, non verbale e paraverbale.
A proposito di pausa: non dite “ha fatto una pausa”, ma “guarda fuori dalla finestra, si schiarisce la voce, schiocca la lingua, si morde il labbro.” Questa espressione fa uscire dal flusso della narrazione, è come una riga di sceneggiatura che dica: “qui fa una pausa”.
In poche parole, non si può non compiere nessun’azione, ma interromperne una per cominciarne un’altra.
Una cosa interessante sarebbe usare l’incongruenza tra parole, tono e azione. Magari state pensando una cosa, ma il vostro tono o la vostra postura ne fa intendere un’altra.
13. Motivazione/desiderio
La trama non esisterebbe neanche se il personaggio non avesse un desiderio forte, struggente. Immaginate questo plot: un barbone che ha perso la casa vince all’enalotto e diventa ricco. Il personaggio non ha nulla da fare, nessun bisogno di azione in quanto ha risolto subito il suo problema. Quanto più grande è il desiderio, e ricco di ostacoli, tanto più sarà avvincente la storia. Il desiderio può essere qualcosa di importante (il volere un figlio) o uno più semplice (avere un orto curato perfettamente: anche questa può diventare una vera e propria ossessione per il protagonista.)
→ Bonus Tip: Al desiderio del protagonista si deve sempre frapporre un ostacolo!
14. Scegliete cosa non dire sui vostri personaggi
Cercavo un modello per uno shooting fotografico, e la mia amica Elena ha detto che conosceva qualcuno. Quando l’ho incontrato ho visto che il modello era di colore. Mi è piaciuto molto il fatto che la mia amica Elena non me l’avesse detto prima (i motivi possono essere molti: una scelta voluta, dimenticanza, indifferenza).
È importante che voi conosciate tutto di loro, ma non infarciate il racconto di tutti i dettagli come un tacchino natalizio.
Quello che raccontate del vostro personaggio è solo la punta di un iceberg.
15. Introducete un Flashback per raccontare il passato di un personaggio
Quindi, anziché cominciare a sbrodolare tutto e subito, come quelle persone che ad un appuntamento romantico o a uno speed-date comprimono 20 anni di vita in 15 minuti, distribuite informazioni del personaggio qua e là nel testo. Il flashback è un ottimo strumento.
16. Importanza dei nomi e dei soprannomi.
Gino si alzava tutte le mattine alle 5 per allenarsi: voleva conquistare il titolo mondiale di pesi massimi. Forse Rocky suona meglio.
Di seguito un elenco sparso di nomi di protagonisti che mi hanno affascinato:
Clicca qui per maggiori informazioni
Notate le sonorità e le assonanze a volte tra nome e cognome.
Il nickname o soprannome può servire a rendere più familiare un personaggio: da maneggiare con cura.
17. Curate le relazioni tra i personaggi
Proprio come nella vita reale. Ci comportiamo in modo diverso a seconda delle persone con cui interagiamo. Non siamo sempre simpatici, o sempre scorbutici, sempre professionali o coccolosi. Provate a chiamare il vostro capo trottolino amoroso, e poi ditemi!
18. Usate il flusso di coscienza
James Joyce e Virgina Woolf ci hanno spalancato un mondo. La magia della narrativa è che possiamo accedere direttamente ai pensieri e alle emozioni dei personaggi. Un personaggio può mandare un’email, pensare alla spesa da fare, alle vacanze da organizzare, rispondere a un collega, rimuginare su quel litigio con la fidanzata, annotare ‘latte da comprare’. Il tutto in pochi minuti senza soluzione di continuità.
Approfondisci il flusso di coscienza.
Queste solo sono soltanto considerazioni in linea generale per la caratterizzazione di un personaggio letterario,
ma la letteratura è piena di autori che sono andati contro corrente e hanno infranto queste regole. L’importante, però, è conoscerle e avere un canovaccio da cui partire.
Vi lascio con alcune domande che possono aiutarvi a conoscere meglio il vostro personaggio.
Potete scaricare la scheda in pdf
E voi, avete qualche tecnica, consiglio, suggerimento da condividere nei commenti,
per la costruzione di un ottimo personaggio letterario?
Domande per conoscere meglio il vs. personaggio
- Di che colore ha i capelli? Gli occhi?
- Ha qualche segno particolare?
- Dov’è nato?
- Dove vive?
- Qual è il posto in cui si sente a casa?
- Dove va quando ha fame?
- Qual è la sua più grande paura?
- Con chi si confida? O non si confida.
- Ha qualche segreto?
- Cosa lo fa ridere? Piangere?
- È innamorato?
- Cosa c’è nel suo frigo? Sul pavimento? Nella spazzatura? Nell’armadio?
- Che scarpe indossa?
- Che calzini indossa?
- Quali oggetti non getterebbe mai via?
- Quanto tempo ci mette a prepararsi per uscire?
- Che ristoranti frequenta?
Clicca per scaricare la scheda personaggio in pdf
