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Ma è anche la storia di Dona Lucelia, una sacerdotessa brasiliana della religione Candomblé, alle prese con una minaccia che incombe su suo nipote Pedro e su tutta la sua numerosa famiglia.
L’una di Ferragosto è un romanzo che parla di scelte, di possibilità, di motivazioni profonde. I personaggi, inizialmente bloccati in uno stile di vita che sembra immutabile, trovano il coraggio di compiere un’altra scelta: vanno alla ricerca del loro cammino personale, esclusivo, accettandone le conseguenze e i rischi che questo comporta.
Il romanzo, che potrebbe ascriversi nel genere letterario del realismo magico e della saga familiare, affronta i problemi e le contraddizioni della società contemporanea occidentale (l’alienazione per il lavoro, lo stress, uno stile di vita che ci è stato imposto, i ritmi da robot), non giudicandoli, ma facendoli emergere dalla narrazione, in particolare proprio dalla contrapposizione con un mondo così lontano ed esotico: quello del Brasile più selvaggio e più autentico.
I colori, i sapori, gli odori della Bahia degli anni ‘70 fanno da sfondo alle vicende della famiglia di Dona Lucelia.
Le due storie si intrecciano tra di loro a capitoli alterni, fino a quando Patrik tocca il fondo e trova il punto di svolta, partendo per il Brasile e svelando la relazione tra due mondi così diversi e così distanti.
Curiosità

Il Candomblé è una religione afro-brasiliana dove gli elementi naturali si intrecciano con le divinità. Per molti aspetti è paragonabile ai nostri miti greci e romani, in quanto dei e dee hanno caratteristiche umane. Ci sono ancora molti pregiudizi per via dei sacrifici di animali che questa religione impone.
L’incredulità non è dolore, è un sintomo che arriva prima, più leggero, che assale la superficie della pelle come prurito e come prurito fa impazzire perché non c’è rimedio. L’unico sollievo è continuare a grattarsi, passare con le unghie sempre lì, sullo stesso punto sempre più forte, fino a scorticarsi, farsi sanguinare. Ho voglia di te, mi manca tutto di te, la tua bocca, il tuo seno, le tue carezze, la tua lingua. Le parole lette continuano a galleggiargli in testa e non esistono più il lavoro, gli amici, la famiglia, il mangiare, il bere, l’orinare.


Recensione di Susanna

Italo Sassano (prof. e dirigente scolastico)
E tutto il racconto converge poi al colpo di scena finale, preparato con cura attraverso una serie di vicende collaterali che creano un’atmosfera intrigante e molto efficace. L’energia vitale che anima i diversi personaggi permea tutte le pagine del romanzo e penetra nell’animo del lettore ammaliandolo.
Anche il complesso intervento nelle vicende della vita quotidiana delle forze magiche connesse alla spiritualità arcaica degli indios sudamericani è gestito con competenza e rivela un notevole lavoro di ricerca etnica e culturale, che so capire, avendo in tempi lontani studiato storia delle religioni e i sincretismi fra cattolicesimo e antichi riti pagani ritrovabili nel ricco folklore brasiliano così come in quello della nostra Italia meridionale.
E’ un libro che si legge di filato e molto volentieri e che meriterebbe di essere lanciato attraverso i media per le notevoli qualità che lo caratterizzano!
Bravissimo, Michele Renzullo!

Recensione di Gabri
Il testo è scorrevole e l’autore riesce a tenere alta l’attenzione del lettore e a stuzzicarne la curiosità fino alla fine.
Le due storie, che scorrono parallele per quasi tutto il romanzo fino poi ad intrecciarsi, sono entrambe coinvolgenti.
È un libro che non si legge ma si divora e quasi ti dispiace quando arrivi alla fine!
Bravo davvero Michele Renzullo

Recensione di Claudia P.
Ho portato Patrik con me, o forse lui mi ha portato con sé, ed é stato un bellissimo viaggio.

Recensione di Manuela
Manuela

Malu Entu
Manuela