Pensi che le fiabe siano per bambini? Be’, ti sbagli di grosso. Migliaia di persone sono affascinate da fiabe e favole e, spesso, decidono anche di studiarle. È il caso del linguista e antropologo russo Vladimir Propp (1895-1970) che, con le sue ricerche, ha apportato un enorme contributo alla storia della letteratura.

Ma cosa sono, queste funzioni di Propp di cui si sente tanto spesso parlare?

La prima cosa da tenere a mente è che questo non valgono solo per le fiabe, ma si adattano bene a tutti i tipi di romanzi, letteratura di genere e non. Quindi, se ti domandi come scrivere un libro e hai intenzione di pubblicarlo, non dimenticarti di darci un’occhiata!

Studiando le origini storiche dei racconti, Propp si accorge che le fiabe popolari che analizza sono composte da sequenze precise. Ognuna delle 31 funzioni che individua rappresenta una situazione o un’azione che si ripete in trame diverse.

In funzione di questo, nel suo saggio Morfologia della fiaba (1928), Propp spiega che, nelle caratteristiche della fiaba e nella sua struttura, si ripetono sempre gli stessi tipi di personaggi che compiono le medesime azioni. Inoltre, scopre che la caratterizzazione dei principali personaggi di una storia comprende otto ruoli (o archetipi).

Il principio è lo stesso teorizzato poi da Vogler con il viaggio dell’eroe: ci sono schemi che si ripetono.

Come ti accorgerai richiamando alla mente l’elenco di fiabe che ti leggevano da bambino, le funzioni e i ruoli non si ripetono tutti insieme nei racconti. Nella stessa fiaba, però, ne appaiono diversi: questi formano lo scheletro alla base della storia.

Le funzioni di Propp

Come abbiamo detto, le funzioni di Propp rappresentano le fasi o i movimenti di un intero racconto e non si presentano in ogni situazione all’unisono.

Vediamo insieme esempi delle regole di Propp, applicati ad alcune storie molto conosciute. Le funzioni sono un bel po’, quindi partiamo subito!

  • Prima funzione: allontanamento
    l’eroe si allontana da casa.
  • Seconda funzione: divieto
    al protagonista viene dato un ordine (a volte dal mandante); ricordi il “Non andare nel bosco” di Cappuccetto Rosso? O il “Non puoi partecipare al ballo” di Cenerentola?
  • Terza funzione: infrazione o avvertimento ignorato
    l’eroe ignora il divieto
    , anzi, spesso fa proprio il contrario di ciò che gli viene detto. Ad esempio, Pinocchio decide di non recarsi a scuola come gli ha detto Geppetto.
  • Quarta funzione: ricognizione o investigazione
    L’antagonista comincia a informarsi riguardo i punti deboli dell’eroe, parlando con lui o con chi lo conosce.
  • Quinta funzione: ottenimento o delazione
    all’antagonista è andata bene: ottiene le informazioni che cerca sulla sua vittima, magari l’eroe stesso o qualcuno a cui tiene, o sull’oggetto del suo desiderio. La Strega Cattiva di Biancaneve, ad esempio, interroga lo specchio che le svela dove si trova la figliastra.
  • Sesta funzione: raggiro o tranello
    la vittima viene avvicinata dal cattivo, che la attira con la persuasione e l’inganno usando la magia oppure la violenza. L’antagonista può addirittura fingersi amico dell’eroe, vestendo i panni di un alleato. Pensate a Ursula e a quando offre alla Sirenetta il suo aiuto per ottenere un paio di gambe, facendo l’amicona.
  • Settima funzione: connivenza
    a questo punto, l’eroe cade nel tranello dell’antagonista e accetta le sue condizioni, per salvarsi o salvare la vittima.
  • Ottava funzione: danneggiamento o mancanza
    il cattivo fa un danno al protagonista o alla sua famiglia. In altre circostanze, la comunità a cui questo appartiene sente, al suo interno, una mancanza da colmare. Da qui in poi ha inizio l’azione narrativa effettiva, resa possibile da tutto ciò che è accaduto prima.
  • Nona funzione: mediazione
    l’eroe capisce che c’è bisogno del suo aiuto per trovare una soluzione alla mancanza (un oggetto magico smarrito o rubato, una perdita all’interno della comunità di appartenenza) o per vendicare l’affronto subito.
  • Decima funzione: decisione
    il protagonista accetta di combattere contro il cattivo
    . Comincia a crescere la suspense.
  • Undicesima funzione: partenza
    il protagonista lascia la sicurezza della sua casa. Questa fase ricorda Vogler, uno sceneggiatore che parla di archetipi di personaggi e del viaggio dell’eroe.
  • Dodicesima funzione: funzione del donatore o prova
    prima di essere aiutato, l’eroe è messo alla prova. Il donatore gli prospetta un dono, un oggetto magico utile nella sua impresa, che otterrà se supera un test. Un buon esempio di donatore è Mago Merlino nella Spada nella Roccia.
  • Tredicesima funzione: reazione dell’eroe
    il protagonista ha una reazione alla presenza del donatore, di solito positiva.
  • Quattordicesima funzione: conseguimento o fornitura dell’oggetto magico
    dopo il superamento della prova del donatore, l’eroe ottiene l’agente magico, spesso usando la furbizia per arrivarci. L’elemento magico può assumere diverse forme o essere addirittura immateriale. Gli stivali del famoso Gatto dagli occhioni dolci sono un esempio calzante.
  • Quindicesima funzione: trasferimento
    finalmente, il protagonista arriva nel luogo oggetto delle sue ricerche.
  • Sedicesima funzione: lotta
    l’eroe combatte contro l’antagonista.
  • Diciassettesima funzione: marchiatura
    il protagonista esce dallo scontro “marchiato”, ossia riceve un segno (una ferita, ma anche la promessa di matrimonio con una bella principessa). Siamo al climax della storia!
  • Diciottesima funzione: vittoria
    l’eroe sconfigge l’antagonista.
  • Diciannovesima funzione: rimozione
    finalmente, l’obiettivo del protagonista è raggiunto. Il danno che gli è stato fatto è ora sanato, la mancanza sparita. Hansel e Gretel, tipo, sperimentano la rimozione quando uccidono la strega che li imprigionava.
  • Ventesima funzione: ritorno
    arriva il momento, per l’eroe, di tornare a casa.
  • Ventunesima funzione: persecuzione o inseguimento
    l’eroe incontra nuovi ostacoli. Qualcuno lo perseguita o lo insegue, mettendo in pericolo lui o il ruolo che ricopre in società.
  • Ventiduesima funzione: salvataggio
    il protagonista riesce a sopravvivere alle persecuzioni o all’inseguimento. Magari si nasconde ed è salvato da un pericoloso attacco.
  • Ventitreesima funzione: arrivo in incognito
    sotto mentite spoglie
    , l’eroe arriva a casa o approda in un paese straniero. Nessuno si accorge che si tratta di lui.
  • Ventiquattresima funzione: pretese infondate
    ecco che un falso eroe cerca di prendere il posto di quello vero. Ricordiamo Il Principe Azzurro del film Shrek, che tenta con l’inganno di farsi scambiare per l’orco protagonista.
  • Venticinquesima funzione: prova
    il povero eroe affronta una nuova prova, nella quale deve dimostrare a tutti quanto vale.
  • Ventiseiesima funzione: superamento o soluzione
    fortunatamente, va tutto bene; il protagonista supera la prova e ottiene anche una ricompensa.
  • Ventisettesima funzione: identificazione o riconoscimento
    dopo aver fatto fronte alla situazione problematica, l’eroe viene riconosciuto. È identificato grazie al marchio.
  • Ventottesima funzione: smascheramento
    l’antagonista è ufficialmente smascherato.
  • Ventinovesima funzione: trasfigurazione
    il protagonista compie una trasformazione, assumendo nuove sembianze o vesti. Nel Principe Ranocchio dei fratelli Grimm il protagonista, trasformato in un rospo, torna alle sue originali sembianze e si sposa con la principessa.
  • Trentesima funzione: punizione
    l’antagonista o il finto eroe ha quel che si merita e viene castigato.
  • Trentunesima funzione: matrimonio o incoronazione (insomma, lieto fine)
    al protagonista va un premio. Ascende al trono, ottiene un grande tesoro, si può sposare con la principessa…

 

Volendo sintetizzare, si può individuare uno schema delle funzioni di Propp che divide il modello di fiaba tipo in:

  • Equilibrio iniziale
  • Rottura dell’equilibrio iniziale
  • Peripezie dell’eroe
  • Ristabilimento dell’equilibrio

Fornisco di seguito anche una mappa concettuale della struttura riassuntiva della fiaba che, magari, può esserti utile.

funzioni di propp mappa concettuale

I ruoli dei personaggi di Propp

I ruoli (o archetipi) sono otto e cambiano in base alle funzioni presenti nella fiaba. La caratterizzazione dei personaggi non è rigida; infatti, possono anche interpretare ruoli diversi.

Vediamoli insieme.

Il protagonista: l’eroe, il personaggio principale che si posiziona al centro della narrazione. È chi si allontana da casa compiendo un vero e proprio viaggio, nel quale supera prove complesse e si scontra con il cattivone di turno, arrivando poi alla vittoria e al meritato premio. Un esempio di eroe è Simba, nel Re Leone.

L’antagonista: nonostante risulti antipatico, è senza dubbio un personaggio efficace. Oppositore dell’eroe per eccellenza, crudele e spietato, cerca di mettergli i bastoni fra le ruote. Alla fine, viene sconfitto e punito. Capitan Uncino è un antagonista perfetto.

Il mandante (per chi si chiede il significato di mandante: è il motore dell’azione narrativa. Dà all’eroe un compito (trovare un oggetto, salvare una persona e così via) e ne determina la partenza. Si tratta di colui che individua la mancanza da sanare. Non sempre è buono; il Bianconiglio di Alice è un mandante neutrale, ad esempio.

L’aiutante: quando l’eroe è in difficoltà e teme di non riuscire ad affrontare la prova che gli è stata proposta, in suo aiuto accorre qualcuno (spesso un essere fatato o un animale) che lo soccorre. Per citare un paio di aiutanti, chiamo in causa Mushu e Cricri, del film Mulan.

Il personaggio cercato (principessa) o premio: spesso una principessa o un parente, l’oggetto che si desidera o lo stesso ritorno a casa, come nel caso di Odisseo e la sua Itaca.

Il padre della principessa: si tratta di chi fornisce gli incarichi all’eroe, scopre poi il falso eroe e celebra le nozze. Propp evidenzia che questo archetipo e quello della principessa, spesso, si somigliano molto.

Il donatore: si tratta di una figura fondamentale per il protagonista, visto che lo aiuta a raggiungere il suo scopo. Mette alla prova le capacità dell’eroe e, se questo si dimostra degno, gli conferisce un mezzo magico per battere il cattivo. Può essere un animale come il Brucaliffo o una persona in carne e ossa anche se, spesso, dotata di poteri magici, come la Fata Turchina.

Il falso eroe: figura ambigua, è colui che vuole rubare l’identità del protagonista e prendere il premio per sé. Alla fine della storia, è smascherato. Le sorelle di Cenerentola sono due false eroine, nella fiaba.

Ecco una mappa concettuale sui personaggi della fiaba secondo Propp

personaggi della fiaba secondo Propp

Le Carte di Propp per lo storytelling in classe

carte di propp

Potrei riportare molti esempi di storie inventate con i compagni durante il mio percorso scolastico. Creare racconti tutti insieme era una delle attività che preferivo. È inutile negarlo, le funzioni di Propp sono parecchio utili tra i banchi, per far comprendere ai più giovani come si costruisce una favola e alleggerire le spiegazioni.

Molti docenti, spesso della scuola media o alle elementari, scelgono di inventare una fiaba con i propri studenti o, in alternativa, ripercorrere le fasi delle più belle storie di classici di Fedro, Esopo o i Fratelli Grimm, per esercitarsi durante la lezione. Le funzioni di Propp compongono infatti una specie di schema per scrivere una fiaba, che è una delle capacità richieste agli studenti quando si studiano le forme del testo.

Cosa sono le Carte di Propp e come ci si gioca

Alcuni professori usano le Carte di Propp per far esercitare i propri studenti. Queste sono carte (tipo quelle da gioco) che si abbinano e scambiano per inventare una storia, come in un gioco di società. In tutto, le carte sono 21 e ospitano un disegno e una didascalia, che dà un indizio sul personaggio e la funzione che rappresenta. Sono distribuite ai partecipanti, che devono scoprirle nel proprio turno e aggiungere un pezzetto alla storia in cantiere.

Le Carte di Propp sono adoperate per sviluppare l’immaginazione degli alunni, ma funzionano alla grande anche fuori da scuola, per passare una serata diversa in compagnia!

Le sequenze di Propp e lo storytelling aziendale

Nel mondo del marketing, si deve saper essere convincenti. Per raggiungere questo obiettivo, è utile sviluppare un’ottima capacità di storytelling. Visto che, alla base delle funzioni e degli archetipi, c’è una standardizzazione di modelli ben precisi, le sequenze di Propp possono essere utilizzate anche nel mondo del marketing e nella comunicazione aziendale, per catturare l’attenzione del pubblico.

Visto che le fasi e i ruoli si ispirano ad archetipi comuni, questi vengono riconosciuti senza difficoltà all’interno di un discorso, superando le resistenze che si sperimentano davanti a standard e modelli interpretativi da elaborare dal nulla.

Con le funzioni di Propp e i suoi archetipi, si può addirittura interpretare la propria vita. Tutti vengono a contatto con persone e vivono esperienze che potrebbero ricordare le sequenze dello studioso russo.

Puoi sentirti l’eroe della tua storia personale quotidianamente, superare terribili prove e conquistare il tuo premio ogni giorno; insomma, essere il protagonista dell’avventura speciale e irripetibile che è la tua esistenza.

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