Sicuramente ti sei già imbattuto, in passato, in esercizi di questo tipo:

“Leggi il testo narrativo e dividilo in sequenze, specificandone la tipologia”. 

Non ricordi cosa sono queste sequenze di cui ti parlo? Seguimi perché conoscerle è importante per gestire il ritmo nella tua prosa.

Devi sapere che romanzi, brani e racconti possono essere scomposti in più parti secondo una logica ben precisa. Che questi siano libri d’avventura, young adult, gialli o sci-fi, non importa! La loro struttura narrativa è il risultato dell’assemblamento di più elementi: dialoghi, personaggi, scene, ambientazioni.

Queste componenti definiscono le sequenze; ne esistono diverse, ognuna con una sua funzione specifica.

Sapere quali sono le sequenze di un testo e come si collegano fra loro è importante. Se vuoi scrivere un libro, tenerne conto ti aiuta a organizzare il tuo romanzo al meglio, a renderlo interessante e coinvolgente. Come? Scopriamolo insieme.

Che cosa sono le sequenze?

Che cos’è una sequenza narrativa? Si tratta di una porzione di testo dotata di senso compiuto. Ne esistono di diversi tipi:

  • sequenze narrative: sono presenti degli avvenimenti e l’azione narrativa va avanti
  • sequenze descrittive: non accade niente, si susseguono descrizioni
  • sequenze riflessive: vengono raccontati pensieri e sensazioni
  • sequenze dialogiche: ospitano un dialogo tra i personaggi

Dalla loro unione deriva il ritmo narrativo dell’opera. Immagina un romanzo dove dominano la scena lunghissime descrizioni, ma mancano quasi del tutto i dialoghi. Risulterebbe terribilmente noioso.

Per questo motivo le sequenze all’interno del testo devono essere ben bilanciate, per creare un buon ritmo e una storia coinvolgente ed equilibrata nella sua struttura. Vediamo ora in dettaglio le 4 tipologie:

sequenze narrative

Sequenze narrative

Il significato di sequenza narrativa risiede proprio nel suo nome: si tratta infatti di una porzione di storia in cui si narra lo svolgimento di un’azione. Le sequenze narrative ospitano un susseguirsi di avvenimenti che fa procedere il racconto; per questo sono definite dinamiche.

Un esempio di sequenza narrativa si trova nel climax di un romanzo, oppure nel momento in cui il protagonista e il suo nemico giurato si sfidano in uno scontro all’ultimo sangue. Anche il finale della storia, di solito, coincide con una sequenza narrativa.

Sequenze descrittive

Nelle sequenze descrittive regna la descrizione di oggetti, ambienti, personaggi, situazioni etc. Servono per arricchire ed espandere il contesto della storia e sono dette statiche, perché rallentano la narrazione.

Le sequenze descrittive sono importanti perché forniscono al lettore diverse informazioni su personaggi e ambienti della storia. Così, chi legge trova più semplice immergersi nella narrazione.

Un esempio di sequenza descrittiva può essere l’illustrazione dettagliata di un paesaggio naturalistico, oppure la descrizione dell’aspetto di un personaggio appena introdotto sulla scena.

Presta bene attenzione a questo aspetto:

in una narrazione moderna le descrizioni di ambienti e dei personaggi tendono a essere dinamiche, tramite l’uso dello show, don’t tell.

Faccio un esempio:

  1. Il luogo è caratterizzato da alcuni vialetti, ai cui margini si alzano muretti di pietra e calce viva e prati con l’erba alta
  2. Lo sguardo del geometra cade oltre i muretti in pietra e calce viva, sul prato scarruffato bisognoso delle attenzioni del giardiniere. Prende mentalmente nota di contattare il professionista.

Nel secondo caso, la stessa ambientazione passa attraverso lo sguardo dei personaggi, e quindi diventa dinamica.

La stessa cosa vale per i protagonisti.

  1. Alessia era una ragazza timida, introversa, si vestiva sempre di nero e indossava scarpe col tacco basso.
  2. “Avete domande?” chiese la selezionatrice delle risorse umane. Alessia aveva sulla punta della lingua una curiosità sull’azienda. Le sembrava una domanda intelligente, che poteva fare la differenza. Ma le tremavano le mani, sentiva il sudore scendere lungo il collo, continuava a fissare la gonna nera nell’attesa del momento giusto. Il momento non venne mai, Alessia venne congedata e non venne mai chiamata per il secondo colloquio.

 

Sequenze riflessive

Le sequenze riflessive sono utili per far spiccare sentimenti ed emozioni dei personaggi. Portano infatti in superficie pensieri, riflessioni, giudizi, aspettative e timori dei protagonisti riguardo qualcosa che è successo o che deve accadere.

Possono essere i personaggi stessi a raccontare i loro pensieri, oppure se ne occupa il narratore. Se si tratta di narratore onnisciente, è libero anche di inserire commenti o osservazioni riguardo la storia narrata.

Come le sequenze descrittive, anche le riflessive sono statiche, perché rallentano o arrestano il corso degli eventi del racconto.

Un esempio di sequenza riflessiva può riguardare il ragionamento preoccupato di un personaggio infedele che ha tradito il suo compagno. Oppure, può comprendere le riflessioni del protagonista impavido, lanciato nel suo viaggio dell’eroe e pensieroso su come affrontare le difficoltà che lo aspettano.

Attenzione anche qui:

nei testi di aspiranti scrittori, soprattutto quelli scritti in prima persona, soprattutto quelli autobiografici, le riflessioni possono risultare banali o stucchevoli. Meglio limitarle e verificare che siano originali, ironiche o profonde.

Sequenze dialogiche

Le sequenze dialogiche contengono dialoghi fra i vari personaggi della storia. Dato che riportano discorsi diretti, sono da considerarsi dinamiche. Permettono infatti lo sviluppo del racconto grazie all’interazione dei personaggi. Mediante il dialogo, questi acquistano tridimensionalità e il lettore può empatizzare con loro, arrivando a conoscerli meglio. Un’altra funzione delle sequenze dialogiche è quella di aumentare il ritmo del testo, magari dopo una descrizione o una riflessione profonda.

Un esempio di sequenza dialogica è una scena in cui marito e moglie litigano.

Sequenze miste

In teoria, un testo narrativo si può dividere in sequenze precise. Tuttavia, a ben guardare, è raro trovare una sequenza costituita al cento per cento da una sola tipologia. In una narrazione moderna, infatti, si incontrano sequenze miste.

Le sequenze miste uniscono le caratteristiche di più tipi di sequenze tramite un’opera di contaminazione. Se si vogliono denominare con precisione i blocchi narrativi nei quali si divide un testo, basta classificarli tenendo conto degli elementi prevalenti al loro interno.

Un esempio di sequenza mista è il seguente: un personaggio riflette su un recente litigio con il proprio partner, ma al contempo viene descritta la stanza dove si trova.

In questo modo sono nate le sequenze espressive, che risultano essere una declinazione delle sequenze riflessive e descrittive al contempo. Nelle sequenze espressive domina l’emozione dei personaggi, ciò che provano e come reagiscono a quel che accade loro.

Consiglio di evitare i blocchi di testo costituiti da una sola sequenza, e di rompere il ritmo.

Ad esempio, posso spezzare un dialogo tra due personaggi inserendo, tra una battuta e l’altra, un’azione di un personaggio e la descrizione dell’ambiente.

Come dividere un testo narrativo in sequenze

Come si divide in sequenze? È piuttosto semplice. Ci sono degli elementi da tenere d’occhio per capire come riconoscere le sequenze in un testo e delimitarne i confini.

Perché è importante acquisire questa consapevolezza? Per non generare confusione nel lettore quando scriviamo, passando da palo in frasca in modo caotico.

Di solito, si passa da una sequenza all’altra quando:

  • un personaggio entra/esce di scena

Certo, non vale per tutti i personaggi e le comparse del libro!

Il passaggio da una sequenza all’altra si ha solo nel caso in cui la presenza o meno di un personaggio determini il cambiamento delle dinamiche in atto fra chi è in scena.

Ad esempio, se Marco e Vittorio fanno una passeggiata e incontrano Alice, che li saluta e se ne va, non c’è cambio di sequenza. Se, invece, durante una riunione in ufficio, Marco si infuria con i colleghi e lascia la stanza, si avrà una nuova sequenza a seguire l’evento. Magari, una sequenza riflessiva in cui Marco pensa a quanto è arrabbiato a causa dell’ottusità dei suoi collaboratori.

  • il tempo dell’azione cambia

Questo accade con i flashback o i flash-forward, quando c’è un salto temporale avanti o indietro nel tempo. Ad esempio, c’è un cambio di sequenza nel momento in cui Marco si mette a letto dopo una giornata stancante e si risveglia il mattino dopo, fresco e riposato.

  • il luogo dell’azione cambia

Può accadere quando i personaggi passano dall’esterno all’interno di un luogo, o mediante uno spostamento da un posto X a un posto Y. Si ha un cambio di sequenza simile nel caso in cui il gruppo di Marco e Vittorio si ritrova fuori dal bar e, dopo i convenevoli, si sposta all’interno del locale per bersi una pinta.

  • c’è un taglio netto tra una sequenza e l’altra

in questo caso non ci sono cambi di luogo, tempo o personaggi. Tuttavia, si nota lo slittamento da una sequenza all’altra perché mutano gli elementi del racconto. Tipo, quando si passa da una scena di azione, magari una scazzottata, a un dialogo acceso fra i due attori dello scontro.

quando cambia una sequenza narrativa

La lunghezza delle sequenze

Le sequenze di un testo narrativo possono avere lunghezze diverse indipendentemente dalla loro tipologia, non esistono regole a riguardo.

Non ci sono limiti o prerequisiti da rispettare; ogni sequenza ha una lunghezza funzionale alla storia.

Di solito, la lunghezza è commisurata all’opera completa a cui appartiene. Ad esempio, in opere ampie come I Promessi Sposi, è normale che le sequenze siano più cospicue. In racconti più brevi, invece, le sequenze hanno una durata minore.

I manoscritti più imponenti vantano sequenze lunghe anche svariate pagine. In questi casi, ospitano al loro interno più elementi misti (narrativi, descrittivi, riflessivi e dialogici). Per questo motivo, vengono chiamate macro sequenze. Esistono anche le micro sequenze, che forniscono informazioni meno importanti all’interno della narrazione.

La velocità delle sequenze

La velocità delle sequenze varia in base al tipo. Come è già stato menzionato, si possono dividere in dinamiche e statiche.

  • sequenze dinamiche: presentano un’azione che fa andare avanti la storia. Le sequenze narrative sono dinamiche, funzionali al procedimento della storia.

 

  • sequenze statiche: fermano o rallentano il ritmo della narrazione. Le sequenze riflessive e descrittive sono statiche. Dunque non servono a far procedere il racconto, ma si soffermano su dettagli, riflessioni e descrizioni.

sequenze narrative statiche e dinamiche

Un discorso a parte va fatto per le sequenze dialogiche. Infatti, possono essere sia dinamiche che statiche in base alle loro caratteristiche. Se contribuiscono allo sviluppo del racconto mediante il confronto fra due personaggi, allora possono dirsi dinamiche. Al contrario, quando non costituiscono un passo avanti nello svolgimento della storia, sono statiche.

Dunque, se si dovessero mettere in ordine le sequenze in base alla loro velocità:

velocità sequenze narrative

 Le sequenze più lente, di solito, sono quelle riflessive. Questo perché, mentre apprendiamo le emozioni dei personaggi e condividiamo i loro pensieri, il tempo si congela. Le sequenze descrittive sono più veloci, perché non sempre richiedono che il tempo della narrazione si fermi. Anzi, è auspicabile il contrario. Ad esempio, si può descrivere un paesaggio boschivo mentre si sta attraversando. Le sequenze dialogiche non fermano del tutto il tempo del racconto, ma lo rallentano. Infatti, due personaggi possono parlare mentre svolgono un’azione, oppure il loro scambio di battute può essere funzionale al proseguimento della storia. Il confronto fra personaggi e il loro scambiarsi informazioni, infatti, è importantissimo per far procedere la narrazione. La sequenza narrativa, infine, è la più veloce di tutti. 

Come imparare a usare le sequenze

Come accennato, in una narrazione moderna l’ideale è dosare bene le 4 sequenze per  

gestire il ritmo della storia con abilità.

Come fare?

Leggere, leggere, leggere. E notare come i grandi narratori si destreggiano con la prosa.

Ti suggerisco un esercizio: leggere e provare a fare la divisione in sequenze di un testo.

Armati di matita e segna sul testo i limiti delle varie sequenze che individui, poi prova a capire di che tipologia di sequenza si tratta. Ricordati che, molto spesso, le sequenze si contaminano fra loro; quindi, decidi a quali elementi dare più importanza.  

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