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In cosa consiste il patto di sospensione dell’incredulità?
Il patto di sospensione dell’incredulità è una sorta di tacito accordo tra lettore e scrittore, in cui il primo si impegna a non dare ascolto alla propria ragione, e ad accettare come “vero” quanto lo scrittore gli sta raccontando, pur sapendo in cuor suo che si tratta di finzione.
Attenzione! Come vedremo più avanti, questo non vuol dire dare la disponibilità di credere a tutto, indistintamente.
La sospensione dell’incredulità (o in inglese “suspension of disbelief”) consente al lettore di fidarsi delle parole dello scrittore affinché possa entrare nella storia e viverla appieno.
Nel momento in cui il lettore si accinge a leggere qualsiasi tipo di romanzo o racconto, inclusi ovviamente i romanzi di genere (siano essi rosa, fantasy, giallo o altro) si mette a disposizione dello scrittore. Accetta quindi tacitamente di credere ciecamente alle sue parole: accetterà come vero che un burattino di legno prenda vita e combini un sacco di marachelle o che una coppia di giovani vissuta nei pressi di Como intorno al 1600 abbia dovuto affrontare mille difficoltà prima di sposarsi.
Non si porrà domande riguardo la veridicità degli eventi durante la lettura, cercando di godersela appieno. Non appena chiuderà il libro, la magia si scioglierà e il lettore tornerà alle regole e alla realtà di sempre.

Un breve cenno alle origini
La fantasia non è altro che un aspetto della memoria svincolato dall’ordine del tempo e dello spazio.
Samuel Taylor Coleridge
Il primo a parlare di patto di sospensione di incredulità fu il sommo poeta romantico Samuel Taylor Coleridge, in particolare nel capitolo XIV della sua Biographia literaria del 1817, dove, disquisendo su alcune sue idee sul rapporto tra scrittore e lettore, scriveva :
“Venne accettato, che i miei cimenti dovevano indirizzarsi a persone e personaggi supernaturali, o almeno romantici, ed anche a trasferire dalla nostra intima natura un interesse umano ed una parvenza di verità sufficiente a procurare per queste ombre dell’immaginazione quella volontaria sospensione dell’incredulità momentanea, che costituisce la fede poetica”.
Ovviamente Coleridge si riferiva alla poesia, ma quanto da lui enunciato si poteva e si può benissimo applicare anche alla narrativa.
Con il “meccanismo” della sospensione dell’incredulità, quando si legge un’opera e solo in quel momento, si fa finta di crederci, sospendendo il proprio giudizio e godendosi nonché immedesimandosi nella narrazione.
Come interpretare al meglio il patto di sospensione di incredulità
In base alla migliore interpretazione del patto, dobbiamo immaginarci lo scrittore che, dando una pacca sulla spalla al suo lettore, non voglia dire: ”lettore impegnati a credere anche a cose inverosimili tanto si tratta di finzione”, bensì “lettore, credi a ciò che ti narro per un tuo miglior godimento della storia”.
Il lettore dunque fa un passo molto importante verso lo scrittore, si affida e si fida di lui, si fa prendere per mano come un bambino; ma non pensiamo assolutamente che l’autore possa, in nome del patto, scrivere e raccontare tutto ciò che gli passa per la testa. Anzi, ci sono degli impegni a cui assolutamente non può sottrarsi.
Sospensione dell’incredulità esempi
Cominciamo con una domnda.
Quali sono i doveri dello scrittore nel patto di sospensione dell’incredulità?
Come lo scrittore si dimostrerà degno della fiducia del suo lettore? Cosa deve fare lo scrittore per non infrangere mai il patto?
Innanzitutto deve raccontare una storia “verosimile” (questo vale per qualunque genere di romanzo, che sia esso di fantascienza, d’amore, horror, fantasy, thriller, storico, etc…). Nella storia raccontata non dovranno mai venire meno coerenza, credibilità e logicità.
Facciamo un paio di esempi
Se io scrittore invento una storia in cui degli extraterrestri provenienti da un’altra galassia invadono la terra e sono in grado di assumere le sembianze umane confondendosi con gli umani stessi, il lettore in nome del patto è disposto a seguirmi nella storia.
Se poi fornisco il dettaglio che questi extraterrestri per nutrirsi mangiano sassi, il lettore ancora mi seguirà; ma se dico che anche gli umani (così di punto in bianco senza alcun intervento extraterrestre) iniziano a mangiare i sassi, il lettore a questo punto sarà autorizzato a chiudere il libro e a pensare che sto dicendo una “stupidata”.
Oppure, se abbiamo stabilito che un uomo con i super poteri, e che vola, ha un’unica debolezza: venire a contatto con la Kriptonite.
Poi, in una scena, dato che vogliamo salvarlo da una situazione difficile, e proseguire con la trama narrariva,
gli facciamo toccare tranquillamente il minerale, senza che gli accada nulla, siamo stati incoerenti con la nostra storia.
L’illogicità trovata nella storia deriva anche dal confronto con l’esperienza di vita reale del lettore.
Se scelgo di ambientare la vicenda, per esempio, nel mondo reale, devo rispettare i vincoli di coerenza della quotidianità, le leggi della natura, le regole sociali e relazionali.
Nel caso di storie con ambientazioni in mondi inventati, fantastici e alternativi, queste devono sottostare alle regole di coerenza che dominano tali mondi, stabilite a priori dall’autore ed esposte mano a mano durante la narrazione (Vedi Harry Potter).

La storia raccontata dovrà sempre essere verosimile, dovrà avere cioè l’apparenza del vero, essere plausibile, dare l’impressione di essere reale: nel caso di storia ambientata in un altro mondo dovrà sembrare vera in quel determinato contesto e con quelle determinate regole che valgono in quel contesto.
Affinché la storia possa sembrare verosimile...
J.R.R Tolkien famoso scrittore di “Lo Hobbit” e del Signore degli anelli sostiene che:
“Lo scrittore fantastico deve porre attenzione alla presentazione di un mondo, impegnarsi a costruire un universo, prenderlo sul serio e approfondirne ogni suo aspetto”.
Il romanzo, di qualunque genere esso sia, a prescindere dall’essere un prodotto di pura ispirazione, è un lavoro prima di tutto ordinato e pianificato che si basa su informazioni reali e precise, idee credibili, fatica e affinamento delle fonti.
Conclusioni
Il meccanismo della sospensione dell’incredulità funziona dunque per qualunque genere di romanzo (viene da sé che nel genere fantasy sarà più palpabile e percettibile).
Lo “sforzo” di mettere da parte la sua “ragione” richiesto al lettore sarà maggiore nel caso in cui si parla di un gatto che va in giro parlando, camminando su due zampe ed indossando un paio di stivaloni, piuttosto che se si parla delle vicende una giovane inglese sfortunata in amore…
Il meccanismo della sospensione dell’incredulità raggiunge il suo risultato ottimale nel momento in cui per il lettore, una volta addentratosi nella lettura, non è più importante sapere se la storia raccontata sia vera o meno, talmente grande è la sua proiezione/immersione in essa.
