Mangiate del cioccolato. Non troppo. Deve essere scuro (almeno il 60% o più di cacao), organico, biologico.

Margaret Atwood

Blocco dello scrittore: cos’è

Il blocco dello scrittore è conosciuto anche come paura da pagina bianca.
Insomma, vorresti scrivere un romanzo, o un racconto, ma qualcosa ti impedisce di scrivere e ti sei bloccato.
Questa inibizione può frenarti subito, in corso d’opera, o alla fine della stesura della tua opera letteraria.

In questo articolo vorrei fornirti una serie di consigli pratici che puoi applicare immediatamente per superare il blocco dello scrittore.

Nella seconda parte dell’articolo troverai un prezioso contributo della psicoterapeuta Valentina Davi,
che ci parla del mind wandering.

18 Consigli pratici per superare il blocco dello scrittore

Ecco un po’ più in dettaglio alcuni consigli pratici per sbloccarti e farti riprendere a scrivere.

  1. Il tuo Zibaldone
    Ripesca tra i tuoi appunti: scritti vari, pensieri sparsi, descrizioni estemporanee, tratti di personaggi che avevi segnato. Cerca qualcosa che non c’entri nulla con la storia. La narrazione nascerà proprio da quella distanza.
  2. Non sentirti in colpa
    Il blocco può essere dovuto anche a un fattore psicologico per il quale DEVI per forza produrre in quel time-frame. Questo meccanismo è figlio, a mio avviso, della nostra società capitalistica e consumistica secondo la quale valutiamo tutto in base al parametro della produttività. Ma ci vuole anche il periodo dell’incubazione, per arrivare al famoso Insight, l’illuminazione, quella che Joyce chiama epifania. E questo periodo è un momento in cui devi lasciarti andare vagando senza direzione; a giocare con la penna, scrivere stupidate, la lista della spesa, cancellare, scarabocchiare, ma soprattutto: chiudere la porta e lasciare tutto fuori. Stabilisci una durata, (che ne so, un’ora al giorno) e non fare niente altro. Non cominciare, visto che non produci, a fare le lavatrici, controllare l’agenda, guardare le notifiche. È importante, non quello che produci, ma anche quello che NON produci, ovvero, il fatto che tu decida che quell’ora è solo dedicata alla scrittura.
  3. Introduci un elemento estraneo
    Potrebbe essere un personaggio, un evento, un elemento estraneo.
    Edward De Bono ha affrontato il tema della casualità nel suo libro pensiero laterale.
    In poche parole, ha percorso tutta una serie di scoperte importantissime e ha constatato che sono nate da accostamenti casuali di oggetti e situazioni.
  4. Scrivi con la penna
    La scrittura manuale è una scrittura profonda e collegata al nostro subconscio, alle nostre emozioni. Abbandonare la tastiera e usare la penna può innescare ripercussioni benefiche sull’anatomia del cervello e sulle funzioni neurologiche. Quanto maggiormente utilizziamo la mano, tanto più stimoliamo la zona cerebrale di competenza arricchendo e sviluppando le connessioni neuronali.
  5. Tecnica del pomodoro
    Scrivi per 25 minuti di seguito, ma tutti i giorni. La tecnica del pomodoro è un metodo di gestione del tempo.
    Oppure puoi usare altre app apposite, come https://storymatch.co/
    L’importante qui sono la disciplina e la costanza.
  6. La scatola di scarpe
    Prendi una scatola di scarpe e infilaci dentro dei post-it su cui hai scritto, su di ognuno, una parola a caso.
    Appallottoli per bene, infilali nella scatola, scuoti la scatola e pesca dal mucchio. In base alla parola pescata dovrai scrivere almeno una pagina.
  7. Scrivi velocemente
    Scrivi senza pensare
    , senza fermarti a correggere e ricontrollare. In questo modo depotenzi la parte razionale del tuo cervello e dai spazio alla mente creativa.
  8. Distingui i momenti di scrittura da quelli di revisione
    Quando scrivi la prima stesura non devi auspicare alla perfezione. Questo può bloccarti. Penserai in un successivo momento a fare editing sul tuo testo.
  9. Molla tutto e fai attività fisica
    Il tuo blocco può essere dovuto semplicemente a stanchezza mentale. Fai un po’ di digital detox, esci e fai una camminata o corsa, possibilmente nella natura.
  10. Ricopia brani di autori che ami.
    In aggiunta, riscrivi cambiando qualcosa (l’ambiente, l’epoca o il finale).
    Insomma, chi l’ha detto che Misery non deve morire?
  11. Cambia il punto di vista del tuo romanzo
    Riscrivi un capitolo da una prospettiva diversa, cambiando il punto di vista (es. da prima persona riscrivilo in terza, da maschile a femminile, etc…)
  12. Leggi un articolo di cronacaO un romanzo di genere completamente diverso da quello che stai scrivendo. La commistione con altri generi e stili può esserti di aiuto.
  13. Scrivi altre parti della storia
    Nessuno ti impone di scrivere in ordine cronologico. Non devi iniziare necessariamente dall’incipit.
    Saltare a un’altra scena o occuparsi di un altro personaggio possono concederti una pausa mentale da quello a cui stavi lavorando.
  14. Cambia ambiente.
    Vai in un caffè affollato, in una biblioteca o in un parco e fatti ispirare.
  15. Sporca la tela
    Prendi un foglio di carta dove hai già cominciato a scrivere qualcosa e prosegui da lì.
  16. Descrivi una foto
    Oppure un quadro, una canzone, la sensazione stessa del tuo blocco.
  17. Apri un libro a caso, leggi la prima riga
    Cerca una connessione con quello che stavi scrivendo. Oppure apri un quotidiano o un vocabolario, pesca una parola a caso, e inizia a scrivere partendo da questa. Ancora, ricerca un nome da una rubrica o un sito e costruiscici intorno un personaggio.
  18. Prendi l’autobus in direzione casuale e osserva la gente.
    Questo può essere utile soprattutto per costruire i tuoi personaggi o scrivere dialoghi efficaci.

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Alla ricerca dell’ispirazione perduta: Il mind wandering

 

Quante volte scrivendo un romanzo vi è capitato di fissare la pagina bianca senza sapere come andare avanti?

Avete fatto le ricerche del caso, avete raccolto tutte le idee, la sinossi del romanzo è ben chiara nella vostra testa, avete cominciato a scrivere il testo, ma a un certo punto non riuscite più ad andare avanti: vi manca l’ispirazione, siete vittime del blocco dello scrittore.

Che cosa fate in questo caso?

Vi incaponite e non vi schiodate dalla sedia fino a quando non trovate la soluzione al problema? Mollate tutto e scegliete di rilassarvi sperando di essere folgorati da un’illuminazione? Oppure vi concentrate su un altro compito impegnativo per tornare in seguito al vostro romanzo?

In realtà nessuna di queste strategie sembra essere così efficace nello stimolare la creatività e farvi ritrovare l’ispirazione.

« La creatività non è altro che un’intelligenza che si diverte. »
Einstein

La strategia migliore da adottare, infatti, sembra essere un’altra.

Durante il giorno trascorriamo più del 50% del nostro tempo divagando con la mente, distraendoci mentre siamo impegnati in attività inseguendo pensieri che nulla hanno a che vedere con quanto stiamo facendo.

Questo fenomeno si chiama mind wandering ed è causa di problemi non indifferenti: quando stiamo svolgendo un’attività che richiede una performance particolare, se ci mettiamo a fantasticare (volontariamente o involontariamente) rischiamo di commettere errori e, ovviamente, perdiamo tempo.

Quando però lasciamo la nostra mente libera di vagare mentre siamo impegnati in un compito creativo di cui non riusciamo a trovare una soluzione, ecco che il mind wandering diventa preziosissimo facilitando quel processo d’Insight che ci porta a esclamare: “Eureka!”.

Diversi studi hanno, infatti, mostrato che intrattenersi in attività semplici che permettono alla mente di vagare libera faciliterebbe la risoluzione di problemi creativi (Baird et al., 2012) poiché contribuirebbe a promuovere l’incubazione creativa (Leszczynski et al., 2017) alla stregua di una bella dormita.

Il mind wandering coinvolge una specifica rete neurale che si attiva quando il nostro cervello è a riposo e quindi non impegnato in attività cognitive: il Default Mode Network (DMN). Questa rete include le seguenti aree cerebrali: la corteccia prefrontale rostromediale, la corteccia cingolata anteriore e posteriore, la corteccia prefrontale ventrolaterale, il lobulo parietale bilaterale posteriore inferiore e il lobo mediale temporale (Fox et al. 2015).

Mentre fantastichiamo durante il periodo d’incubazione il nostro cervello è quindi attivo e continua a lavorare sul problema e sul materiale creativo fornito anche se non ne siamo consapevoli; tale attività favorisce nuove associazioni originali delle informazioni immagazzinate, dando così vita al processo di insight.

“Sebbene il Romanticismo l’abbia circondato di mistero e gli abbia creato attorno una specie di culto, il processo creativo è insito nella natura umana ed è quindi, con tutto quel che ne consegue di felicità di esprimersi e di giocare con la fantasia, alla portata di tutti”.
Gianni Rodari

La prossima volta che soffrite della sindrome da pagina bianca non accanitevi. Sappiate che siete in buona compagnia. Scrittori come Fitzgerald e Melville hanno sofferto del blocco dello scrittore per anni. Prendete quindi una pausa: una pausa vera, lontana dagli apparecchi tecnologici. Fate attività fisica, yoga, una passeggiata nella natura, chiudete gli occhi e rilassatevi sul divano.

La prossima volta che vi troverete bloccati nel processo creativo ricordate che sì, la notte porta consiglio, ma anche fantasticare può aiutarvi a trovare l’ispirazione.

 

 

Lo sapevi che...

Anche Gordon Comstock, il protagonista di Fiorirà l’aspidistra, ha sofferto del blocco dello scrittore.
Bibliografia (clicca per espandere)
Baird B., Smallwood J., Mrazek M.D., Kam J.W., Franklin M.S., Schooler J.W. (2012), Inspired by distraction: mind wandering facilitates creative incubation. Psychol Sci.;1;23(10):1117-22.

Leszczynski M., Chaieb L., Reber T.P., Derner M., Axmacher N., Fell J. (2017),

Mind wandering simultaneously prolongs reactions and promotes creative incubation. Sci Rep.; 7: 10197.

Neuroscienze: Mind Wandering. Perchè la nostra mente vagabonda? http://www.stateofmind.it/2012/03/mind-wandering/

Fox K.C.R., Spreng N., Ellamila M., Andrews-Hannad J.A., Christoffae K. (2015),

The wandering brain: Meta-analysis of functional neuroimaging studies of mind-wandering and related spontaneous thought processes. Neuroimage 1;111:611-21.

 

Valentina Davi Psicoterapeuta, specialista in Psicologa Clinica – Psicodiagnosta
Valentina Davi

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