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L’importanza di scrivere una scena in un romanzo
La scrittura di un romanzo potrebbe essere concepita come un’alternanza di sommari e di scene. Mentre il sommario va a esporre, riassumendo, i fatti salienti della vicenda, la scena rappresenta il luogo dove ci si immerge nella storia. In poche parole, dove vediamo i personaggi in azione.
Potremmo anche definire la scena come una mini storia.
A volte, un romanzo potrebbe risultare poco avvincente per una mancanza totale di scene, o per la presenza di scene poco convincenti.
Alcuni dei motivi che portano a questo difetto sono, a mio avviso, la mancanza della conoscenza di tecniche narrative e il mancato calarsi, da parte dello scrittore esordiente, nell’ambiente, nella pelle dei personaggi e nella scena stessa.
Ovvero, si rimane troppo ancorati a un livello superficiale di trama, ci si limita ad ampliarla un po’, preoccupandosi solo di far andare avanti la narrazione. Si ha quasi fretta di liberarsi della storia il prima possibile, arrivando a scriverne la fine, e non si scende in profondità, trascurando i dettagli.
Come costruire una scena avvincente?
Come scrivere allora una scena che coinvolga emotivamente il lettore?
Vediamone alcuni elementi.
Consiglio, innanzitutto, di porsi alcune domande preliminari:
- Qual è lo scopo della scena?
- Chi sono i personaggi?
- Qual è l’ambientazione?
- Dove si inserisce nello sviluppo generale della storia?
Importante: prestate attenzione a quando iniziate una scena e a quando la terminate.
Ovvero, la scena deve cominciare quando accade qualcosa di saliente. Quindi non fate iniziare una scena troppo presto (o annoierete il lettore). Non inserite nella narrazione il background che avete costruito voi per conoscere meglio i vostri personaggi e le circostanze. In altre parole, iniziate in medias res. E terminate appena dopo il climax. Altrimenti, rischiate di annullare l’effetto emotivo della scena. Non andate avanti a spiegare retroscena e conseguenze. Queste verranno riprese in una scena successiva, così come potete recuperare alcune informazioni necessarie o interessanti inserendo alcuni flash-back.
Considerate sempre, insomma, la differenza tra fabula e intreccio.
Gli elementi che compongono una scena ben scritta.
Abbiamo detto che una scena è una mini storia. Possiamo quindi considerare come indispensabili questi 8 passi chiave all’interno della sua struttura drammaturgica.
Gli 8 passi nella definizione di una buona scena possono essere:
- La debolezza
- Il need
- Il desire
- Il conflitto
- L’avversario
- Il piano
- La battaglia
- Il colpo di scena
Vediamoli un po’ più da vicino.
La debolezza:
se vogliamo mostrare un arco di trasformazione, dobbiamo presentare la debolezza, il fatal flaw iniziale del nostro personaggio. Il protagonista all’inizio deve essere inconsapevole di ciò di cui ha bisogno.
Need:
il need rappresenta il bisogno intimo del protagonista, che si può suddividere in bisogno morale e bisogno psicologico. Il bisogno morale è causato dal comportamento del protagonista che si ripercuote negativamente sugli altri personaggi, ed è conseguenza di una debolezza psicologica.
Il desire:
Mentre il need riguarda una debolezza interiore, il desire è rappresentato da un obiettivo esterno e concreto del personaggio. Ovvero, ciò che il personaggio desidera, che lo fa muovere verso una direzione precisa.
Ad esempio, nel mio romanzo L’una di Ferragosto, il protagonista Patrik ha il desiderio (l’obiettivo) di perseguire la carriera a tutti i costi. Mentre il suo need è quello di fare qualcosa di importante, che lo gratifichi interiormente, e che lo faccia superare il suo conflitto interiore
Il conflitto:
non c’è storia senza conflitto. Qual è il grande vero ostacolo del protagonista? Il conflitto deve essere circoscritto. È il motore emotivo che traina la storia.
Sempre per fare un esempio tratto dal mio romanzo, il protagonista Patrik prova un conflitto interiore, in quanto la carriera in realtà non era un suo desiderio autentico, ma uno imposto dalla madre.
L’avversario:
un vero avversario è colui che entra in competizione con l’obiettivo – il desire – del protagonista. Non è necessariamente un nemico.
Il piano:
è il progetto messo in atto dal protagonista (ma anche dal suo avversario) per perseguire il proprio obiettivo.
La battaglia:
rappresenta lo scontro tra protagonista e avversario.
Il colpo di scena:
il twist, ovvero, una rivelazione, un cambio di direzione. Una volta inserito il colpo di scena, grande o piccolo che sia, conviene concludere la scena.
Immaginate la scena come un triangolo rovesciato, o un imbuto, dove nella parte superiore avrete l’inquadramento della scena, il tema principale del romanzo, e nella parte inferiore il climax, le battute finali, il punto più alto del conflitto.
Dialoghi
Una volta che avrete verificato che nella vostra scena siano presenti tutti, o almeno alcuni di questi elementi, passate ad analizzare altri aspetti.
In una scena, come dicevamo, vediamo i personaggi direttamente in azione nel loro ambiente. I dialoghi, ovviamente, hanno una parte fondamentale. È dove abbiamo l’occasione di vedere come parlano i personaggi, come si comportano, quali espressioni usano, tic, censure.
Prestate attenzione a quale funzione attribuite ai dialoghi. Non devono essere la trascrizione di una conversazione reale, ma devono rappresentare la “crème” di uno scambio di battute, dove affiora il sottotesto.
Evitate di affidare ai dialoghi il compito di fornire spiegazioni, retroscena, parti di trama, altrimenti avrete l’impressione che i personaggi, anziché dialogare tra loro, stiano parlando rivolgendosi al lettore.
Conclusioni
La scena parte da un punto A e deve arrivare a un punto B. Non deve essere statica e deve avere uno scopo.
Se due scene hanno lo stesso scopo, accorpatele, o eliminatene una.
Quindi, verificate in che punto si colloca la singola scena nell’intera storia, nell’arco del viaggio dell’eroe. Verificate quali problemi risolve la scena, e quali invece rimangono sospesi. Tenete bene in mente gli obiettivi dei protagonisti. Quale desire innesca l’azione, e come questa viene conclusa. Stabilite chi è l’antagonista del protagonista, definite il motivo dello scontro. Domandatevi cosa sia cambiato. Evitate le scene statiche.
Importante: fate crescere la tensione, verificate che la posta in gioco per il protagonista sia alta. Se, perdendo, non rischia nulla, non c’è climax.
Infine, il colpo di scena deve essere una rivelazione imprevista, ma a meno che non sia l’ultima scena, non deve essere quella definitiva. Insomma, potrebbe trattarsi anche di una falsa rivelazione. E, a meno che non sia la scena finale, ricordate di suscitare l’interesse del lettore, lasciando quindi qualcosa in sospeso.
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