Incipit significato

Cos’è l’Incipit? Incipit è una parola latina (dal verbo incipĕre: incominciare) che indica le prime parole con cui inizia un testo.

In un romanzo, l’incipit è l’inizio di una storia, il momento in cui apriamo la porta del mondo narrativo che abbiamo creato per il lettore.

Nell’arte dello scrivere un romanzo una delle doti più importanti è catturare subito l’attenzione del lettore e ottenere la sua fiducia; così come l’abilità nello scrivere un buon finale quando ci congediamo.

L’incipit quindi è una promessa, il momento in cui si stabilisce il patto narrativo tra narratore e lettore, il quale decide se abbandonarsi alla famosa sospensione dell’incredulità, immergendosi o meno nella storia.

Come scrivere un incipit efficace

Vi starete domandando allora, come iniziare a scrivere un libro, magari provando un po’ di ansia di prestazione di fronte a quella pagina bianca.

Tranquilli, l’incipit non è necessariamente l’inizio del vostro lavoro, né l’inizio della vostra storia. Ma l’incipit è l’inizio
della storia per il lettore
, il punto dal quale lascia il mondo reale e si immerge in quello creato da  voi. Come dice Nabokov nelle sue “Lezioni di letteratura”, nel mondo immaginario.
Avete poche righe per catturare la sua attenzione, fargli capire cosa aspettarsi, che tipo di storia, ambientazione, tema narrativo, stile, tono, lessico, personaggi. Una volta acquisita la sua fiducia, non dovete tradirla, ovvero l’incipit deve accordarsi con la storia che segue.

Calvino dice

[…] L’incipit è il momento della scelta: ci è offerta la possibilità di dire tutto, in tutti i modi possibili; e dobbiamo arrivare a dire una cosa, in un modo particolare. Ogni volta l’inizio è questo momento di distacco dalle molteplicità dei possibili: per il narratore l’allontanare da sé la molteplicità delle storie possibili, in modo da isolare e rendere raccontabile la singola storia che ha deciso di raccontare.

L’incipit è quindi sia una questione di fiducia sia una questione di scelta, ovvero decidere quali strade abbandonare. Data l’importanza cruciale dell’inizio per scrivere una storia, consiglio di rivederlo alla fine della prima stesura, una volta messa più a fuoco la trama. Non solo, ma se avete il terrore della pagina bianca, e state attraversando il famoso blocco dello scrittore,  potrebbe essere che, data la sua importanza, proviate un timore reverenziale verso l’incipit. Allora cominciate a scrivere da qualsiasi punto della storia, solo seguendo il flusso narrativo. Non solo l’incipit potrà essere riscritto in fase di revisione, ma potrà anche iniziare in un altro punto. Anzi, a volte, proprio tagliando quel preambolo che forse è servito a voi per entrare nel clima di ambientazione e personaggi letterari, potete creare un incipit più coinvolgente.
Ovviamente, capita anche che le prime parole che scrivete siano quelle che costituiranno l’incipit vero e proprio.

Una questione di equilibro

come scrivere un incipit efficace

Anche nell’incipit, come in tutto il resto del romanzo, occorre trovare un equilibrio tra la componente dichiarativo/informativa e quella evocativa. È sempre meglio iniziare con la prima e finire con la seconda, in modo tale che il lettore sia accompagnato in senso verticale e rimanga alla fine coinvolto dal movimento.

Un incipit che funziona è un incipit che si muove. Condividi il Tweet

In genere sono due i movimenti che si possono perseguire: i romanzi europei tendenzialmente partono dall’universale per poi stringere  sul particolare, sui dettagli.

I romanzi americani si muovono in senso opposto: partono illustrando un dettaglio, una situazione singola per poi concludersi con un approdo all’universale, con delle considerazioni sul mondo.

Proviamo a fare ora una classificazione arbitraria dei vari tipi di incipit:

Anna Karenina Incipit

Tipologie ed esempi di incipit

Passiamo in rassegna ora alcuni tra gli incipit più famosi della letteratura.

  • Incipit descrittivo

Introduce il lettore nell’atmosfera della narrazione, presentandone l’ambiente

I Promessi Sposi, Manzoni

Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra part e […]

Proseguendo nella lettura del romanzo, noteremo che Manzoni, con una specie di zoom, si avvicina man mano al territorio, descrivendolo sempre più nei dettagli. Se questo modo “cinematografico” di descrivere era utilizzato anche prima dell’avvento del cinema, possiamo desumere che forse è stata la letteratura a influenzare il cinema ai suoi esordi.

Sula, Toni Morrison

In quel posto, là dove hanno sradicato gli arbusti di solano e i cespugli di more per costruire il campo da golf di Medallion, un tempo c’era un piccolo agglomerato di case. Si ergeva sulle colline intorno alla città di Medallion, adagiata nella valle, e si estendeva fino al fiume.

Proprio Toni Morrison, nell’introduzione a Sula dice che con gli altri romanzi solitamente inizia in medias res, ma che con questo abbia sentito l’esigenza di introdurre lentamente il lettore nell’ambientazione.

La bella estate, Cesare Pavese

A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e traversare la strada, per diventare come matte, e tutto era così bello, che tornando stanche morte speravamo ancora che qualcosa succedesse, che scoppiasse un incendio, che in casa nascesse un bambino.

Pochi dettagli, parole semplici per introdurre atmosfera e ambientazione.

  • Incipit che introduce un personaggio

Lolita

Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo-li-ta. Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo un metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.

Notate come lo scrittore sia consapevole e compiaciuto della sua ricchezza lessicale.

  • Incipit informativo

Lo straniero, Camus

“Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so. Ho ricevuto un telegramma dall’ospizio: “Madre deceduta. Funerali domani. Distinti saluti.” Questo non dice nulla: è stato forse ieri. L’ospizio dei vecchi è a Marengo, a ottanta chilometri da Algeri. Prenderò l’autobus delle due e arriverò ancora nel pomeriggio. Così potrò vegliarla e essere di ritorno domani sera. Ho chiesto due giorni di libertà al principale e con una scusa simile non poteva dirmi di no. Ma non aveva l’aria contenta. Gli ho persino detto: “Non è colpa mia.” Lui non mi ha risposto. Allora ho pensato che non avrei dovuto dirglielo”.

Un incipit che è un pugno nello stomaco e ci rivela già la natura del protagonista/narratore. Un incipit indimenticabile

  • Incipit biografico

Ovvero un’autopresentazione del narratore

Moby Dick, Melville

Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di scacciare la tristezza, e regolare la circolazione.

Notiamo come la scelta del punto di vista in prima persona faccia la differenza. Una narrazione in terza sarebbe stata molto più debole.

Oppure vediamo il caso dell’irriverente Holden:

Il giovane Holden, Salinger

Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio di infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto. Sono tremendamente suscettibili su queste cose, soprattutto mio padre. 

  • Inizio con una riflessione

Anna Karenina, Lev Tolstoj

“Tutte le famiglie felici sono simili fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.”

Racconto di due città, Charles Dickens

“Era il migliore dei tempi, era il peggiore dei tempi”

Notiamo come un buon inizio suggerisce la natura della storia che sta per essere narrata. Potete usare questa tipologia di incipit anche per un racconto, e magari, finirlo con una frase della stessa natura, ovvero una riflessione, in modo da creare una struttura ellittica.

  • Incipit narrativo

Lo scrittore salta preamboli e premesse descrittive e inizia subito la narrazione. Le altre informazioni importanti saranno fornite successivamente.

Trilogia della città di K, Agota Kristof

Arriviamo dalla Grande Città. Abbiamo viaggiato tutta la notte. Nostra Madre ha gli occhi arrossati. Porta una grossa scatola di cartone, e noi due una piccola valigia a testa con i nostri vestiti, più il grosso dizionario di nostro Padre, che ci passiamo quando abbiamo le braccia stanche.

  • Incipit dialogico

Ovvero, l’autore compone una cornice che spiega come è stata scoperta la storia, fa una premessa meta-letteraria.

Se una notte un viaggiatore d’inverno, Calvino

Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo ‘Se una notte d’inverno un viaggiatore’ di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto.

Notiamo come l’ingerenza dello scrittore allontani dalla sospensione dell’incredulità, ma è un effetto voluto.

  • Incipit in medias res

Oggi quello più usato, soprattutto nella scrittura di gialli e thriller. Ovvero si comincia in un momento qualsiasi della narrazione: il lettore si trova scaraventato nella storia. Non sa quasi nulla, chi parla, chi sono i personaggi, il contesto. Se da una parte sarà inizialmente disorientato, dall’altra beneficerà di una sensazione di immediatezza e di realtà (dato che, al contrario del precedente, il narratore elimina ogni artificio letterario).

Rimini, Tondelli

Verso mezzogiorno la segretaria di redazione telefonò in cronaca per dirmi che il direttore voleva parlarmi.
“Venga tra quindici minuti,” aggiunse.“Perché non ora? Sono libero,” dissi. “Fra quindici minuti,” fu la sua risposta. E riattaccò.

Io non ho paura, Ammaniti

“Stavo per superare Salvatore quando ho sentito mia sorella che urlava.
Mi sono girato e l’ho vista sparire inghiottita dal grano che copriva la collina.
Non dovevo portarmela dietro, mamma me l’avrebbe fatta pagare cara.

La metamorfosi, Kafka

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregorio Samsa si trovò trasformato in un enorme insetto

Abbiamo detto che l’incipit deve catturare l’attenzione del lettore e invogliarlo nel proseguimento della lettura.

Ma quali insidie e ingenuità possono nascondersi nello scrivere l’inizio di un romanzo?

Come scrivere un incipit avvincente? Ecco gli errori da evitare

  • Fare delle rassegne, scrivere lunghe descrizioni di paesaggi o l’identikit del protagonista, voler presentare tutte le informazioni subito. Ovvero, cadere nell’errore dell’Infodump
  • Scrivere un incipit come in un romanzo dell’ottocento. Oggi non scriveremmo mai un romanzo come I Promessi Sposi, con una lunga digressione sull’ambientazione.
  • Fare l’intero riassunto dell’opera nelle prime righe. In questo caso ucciderete la curiosità del lettore, che non vi troverà pathos e suspense;
  • Scrivere un incipit non coerente con lo svolgimento. Ovvero, nelle prime righe fate intuire che si tratti di una storia d’amore, ma poi si scopre essere un giallo, o un horror.

 

In conclusione, a mio avviso l’incipit è una questione di seduzione Condividi il Tweet

Non fate i venditori di pesce al mercato, non sbraitate, non abbiate fretta di vendere la vostra storia e i vostri personaggi al lettore, non dovete informare subito il lettore di tutto. Fate conto che siate ad un primo appuntamento. Dovete accennare, alludere, sedurre, far sì che la persona (o il lettore) che avete davanti voglia saperne di più. Dovete immergerlo in un’atmosfera.

Vi consiglio di rileggere i vostri incipit preferiti e, perché no, come faccio io, di ricopiarli parola per parola. Cercate di capire cosa hanno in comune. Notate come tutti giochino con il tono, il linguaggio e l’espressività.

Se alla fine di questi consigli su come scrivere un incipit avvincente ed efficace vi sentite ancora insicuri, potete dare un’occhiata ai nostri servizi editoriali.

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