Il romanzo giallo: un romanzo di “genere”

«È il pensiero della morte che aiuta a vivere.»
Camilleri, La paura di Montalbano

Scrivere un giallo, un poliziesco, una crime story nasce – o dovrebbe nascere – da un’esigenza investigativa sulla natura umana, sul mistero del crimine, sul nostro lato oscuro, sulla lotta del bene contro il male, ancora, sulle difficoltà pratiche ed etiche di chi si occupa di giustizia.

La scrittura di un romanzo o di un racconto giallo, così come la stesura di un racconto noir, horror, rosa, fantasy, è detta narrativa di genere. In molti casi questa è considerata sinonimo di bassa qualità (contrapposta a quella chiamata “alta letteratura”).

Per smentire questo assunto, vorrei portare subito un esempio nostrano: Una storia semplice, di Leonardo Sciascia.

(potete scaricarla qui: Leonardo-Sciascia-Una-Storia-Semplice).

Chi etichetterebbe lo scrittore siciliano come autore di serie B?

Per rimanere in ambito nazionale e sfatare un altro cliché, l’equivalenza best-seller = spazzatura, come non citare il romanzo giallo famoso in tutto il mondo Il nome della Rosa di Umberto Eco?

E se volessimo spostarci fuori patria potremmo annoverare numerosi scrittori, da Raymond Chandler che ha ispirato la realizzazione di film memorabili, a Truman Capote con il suo Sangue Freddo, che non rientrano solo nella categoria dei Maestri del crimine, ma in quella di scrittori classici che hanno segnato la letteratura contemporanea.

Ci sono certo autori che si sono specializzati nella scrittura di romanzi polizieschi e romanzi investigativi, come Carlo Lucarelli, Andrea Camilleri, De Giovanni, Paolo Roversi e, naturalmente, Giorgio Scerbanenco, considerato il padre del romanzo giallo italiano.

Leggi l’intervista a Maurizio De Giovanni

Ma ci stiamo muovendo ancora nel territorio di libri di altissima qualità.

Come mai il giallo, allora, si è guadagnato questa brutta reputazione?

Il punto è che per scrivere un romanzo giallo – un romanzo di genere appunto – bisogna rispettare alcuni parametri. I grandi possono anche permettersi di tradire alcune regole (che vedremo a breve), ma comunque ne sono a perfetta conoscenza; anzi, trasgredendole, indirettamente vi rimandano.

Ma attenersi ad alcuni archetipi e convenzioni è una condizione necessaria ma non sufficiente per scrivere un buon giallo.

Il giallo e il noir hanno raggiunto, in Italia e nel mondo, un successo e una fama straordinari. (Vi basti ricordare il buon Faletti che vendette quasi 2 milioni di copie con Io uccido).

Proprio dalla facilità con cui si possono conquistare i lettori seguendo certi schemi e rispettando regole e convenzioni predeterminate, sono nati tutta una serie di scrittori specializzati solo in romanzi di investigazione, il cui unico scopo è quello di vendere il loro libro.

La differenza tra commerciale e popolare inizia qui.

Un romanzo diventa popolare come conseguenza del successo dell’opera da parte dei lettori.

Un romanzo è commerciale quando figlio di un’azione speculativa programmatica (da parte di autore, editore, media) per voler a tutti i costi raggiungere il grande pubblico.

Ma entriamo nel dettaglio e vediamo ora alcune caratteristiche del genere giallo.

VIDEO CORSO "COME SCRIVERE UN GIALLO"

Storia sul romanzo giallo

Sebbene sia difficile andare a risalire alla primissima storia “investigativa” in senso lato, in quanto i narratori si sono da sempre occupati del lato oscuro e criminale dell’uomo e del tentativo di ristabilire un senso di giustizia, la critica e gli esperti sembrano concordi nel far risalire la nascita della detective story ad Edgar Allan Poe.

Con I delitti della Rue Morgue (1841), Il mistero di Maria Roget (1842 ), La lettera rubata (1845) nasceva il detective Dupin. Poe dettò stilemi e canoni che in tantissimo ripresero, primo fra tutti Arthur Conan Doyle. Tra queste caratteristiche innovative le principali furono:

  • un detective dotato di intuito speciale
  • l’uso della razionalità nello svolgimento delle indagini
  • l’importanza di narrare il metodo di indagine poliziesco
  • una spalla con la quale seguire i ragionamenti e la narrazione (nella fattispecie, il biografo e coinquilino del detective)
  • un’ambientazione precisa e ricca di dettagli per caratterizzare l’atmosfera del racconto

Da qui, tutta la letteratura successiva è andata a “saccheggiare” o a ispirarsi a questi elementi.

Anna Katharine Green è stata successivamente una delle prime scrittrici di romanzi polizieschi in America, per questo motivo viene ricordata come la “madre del genere poliziesco”. Con Il mistero delle due cugine (1878) dà vita al detective di polizia Gryce.

Ma la vera rivoluzione nella letteratura poliziesca avvenne nel 1887 in Inghilterra quando Arthur Conan Doyle crea il detective più famoso del mondo: Sherlock Holmes. Per caratterizzare Sherlock Holmes, lo scrittore scozzese si ispira sia a Poe che al suo insegnante di medicina (difatti, la sua spalla, Watson, è un chirurgo). Fondamentale è lo sviluppo dell’aspetto privato, familiare, psicologico e sentimentale del detective. A sua volta Conan Doyle detta i canoni che influenzeranno tutta la letteratura poliziesca successiva. Ad esempio, costruisce lo schema a tre fasi:

  • Delitto
  • Indagine
  • Scoperta dell’assassino

Spostandoci in Francia, ai primi del novecento, nasce la variante noir della detective story. La storia è generalmente narrata dal punto di vista del criminale o della vittima. Le atmosfere e le ambientazioni sono oscure e fosche.

Maurice Leblanc, tra il 1905 e il 1939, dà vita al famoso ladro gentiluomo Arsenio Lupin. Seguono tutta una serie di autori che mettono in evidenza il lato oscuro del male.

Nel 1930 con Pietro il Lettone, dalla penna del belga Simenon prende vita il commissario Maigret. Primo di quasi cento romanzi con al centro Maigret, la polizia e la voglia consolatoria di dare un senso di giustizia. Ma Simenon scrive anche i cosiddetti “romanzi duri”, dove il punto di vista si sposta sul criminale. Il profilo del criminale è quello della persona qualunque, spinta a commettere il delitto dalle circostanze della vita.

Anche la Spagna viene influenzata dalla corrente noir, e diventa la patria di scrittori importantissimi: da Montalbàn a Zafon.

Parlando di gialli, e del giallo perfetto, non possiamo non nominare chi, nel 1920 in Inghilterra, rivoluzionò completamente il genere: Agatha Christie. Dopo Shakespeare, è la scrittrice inglese più tradotta nel mondo. La “regina del crimine”, inventa trame e meccanismi narrativi che verranno ripresi praticamente da tutti gli scrittori giallisti.

Nel frattempo, negli anni ’20 e ‘30 in America viene introdotta un’altra variante del genere: l’Hard Boiled. Nata sulle riviste pulp, si tratta di letteratura poliziesca che ha come protagonisti detective e investigatori privati. Uno su tutti, Raymond Chandler che dà vita a classici adattati per il grande schermo come Il grande sonno, e Il lungo addio. Philip Marlow è un eroe solitario, romantico, duro e dai solidi principi.

Nel 1959 Robert Bloch scrive Psycho, che diventa un classico della letteratura e, grazie a Hitchcock, anche del cinema. Nasce il serial killer – una realtà prevalentemente americana – astuto e intelligente, fino a divenire, un vero e proprio mito con lo psichiatra Hannibal Lecter, inventato da Thomas Harris nel 1981.

Dal 1956 al 1973 Ed McBain inventa il genere procedural, in cui la narrazione è ambientata all’interno di un commissariato di polizia. Proprio al suo 87º Distretto si ispira la serie dei Bastardi di Pizzofalcone del nostro de Giovanni.

E in Italia?

Analizzando la storia del genere poliziesco da fine ottocento ai giorni nostri, emerge che un ruolo centrale lo occupi l’ambientazione. Una forte caratterizzazione del territorio con al centro province e città italiane (ad eccezione del periodo fascista). Un’altra caratteristica comune è l’ispirazione a fatti di cronaca.

Il giallo nasce ufficialmente nel 1929 con Il giallo Mondadori (il nome prende spunto dal colore della copertina). Tra gli autori più importanti: Scerbanenco, Spagnol, D’Errico. L’ideologia fascista impone però agli scrittori di ambientare le loro opere all’estero, con protagonisti criminali stranieri.

Sarà solo negli anni del post fascismo che l’ambientazione dei romanzi criminali ritorna in Italia. Uno degli esponenti più importanti e prolifici è Giorgio Scerbanenco. Con Venere Privata dà il via alla serie di noir con protagonista il mitico Duca Lamberti (medico radiato dall’ordine).

Esponenti di spicco del poliziesco, che eleva il genere ad alta letteratura sono: Sciascia, Gadda, e Umberto Eco. Nel 1980 esce il suo Il nome della rosa: il thriller italiano più venduto di sempre.

Venendo ai giorni nostri troviamo una schiera di giallisti molto prolifica ed eterogenea, tra cui: Carlo Lucarelli, Andrea Camilleri, Andrea Pinketts, Marco Vichi, Maurizio de Giovanni, Gianni Biondillo, Piero Colaprico, Gianrico Carofiglio, Giancarlo De Cataldo, Giorgio Faletti, Donato Carrisi e altri.

Caratteristiche del romanzo giallo

In Italia, e solo da noi, viene chiamato giallo. Il termine deriva dal colore della copertina della collana I gialli Mondadori. In inglese assume diverse denominazioni, tra cui thriller, spy story, crime, investigation novels.

In comune con altri romanzi di genere, ma non solo, ha alcune caratteristiche, tra cui  sicuramente la creazione della suspense:

Se vuoi approfondire leggi: come creare la suspense

Altra caratteristica imprescindibile è che la storia deve risultare credibile, altrimenti il lettore non si abbandonerà alla così detta sospensione dell’incredulità.

E, in una storia di investigazione, questo è ancora più importante.

Un elemento che potete usare  per rendere la vicenda più credibile è la tecnica dell’anticipazione, ovvero l’inserimento nella parte iniziale del romanzo di un elemento di richiamo che si troverà più avanti nella trama, magari in una scena clou.

Esistono dei veri e propri decaloghi su come scrivere il giallo perfetto, ma prima di addentrarci nello specifico, vorrei sottolineare quelle che sono, a mio avviso, le regole principali da rispettare:

  • Non barare
  • Non annoiare

Per non barare intendo, ad esempio, quando tenete celata un’informazione importante al lettore (ne siete a conoscenza solo voi scrittori), e la tirate fuori dal cilindro all’ultimo momento per risolvere il caso: questo non è corretto. Indizi, elementi per risolvere il caso e la comparsa del criminale devono essere inseriti nella fase iniziale del racconto. Certo, si possono usare trucchi e stratagemmi affinché la soluzione del mistero o la risoluzione del delitto non risultino troppo evidenti. Il che si ricollega al punto due: se costruiamo una trama piatta, banale e prevedibile, e il lettore a pagina 7 ha già capito chi è il colpevole e come sono avvenuti i fatti, potete considerare il vostro romanzo un flop.

Per sorprendere il lettore e risultare credibili dovete, quindi, tessere trame che funzionino come perfetti ingranaggi oliati, usare dettagli precisi e rispettare le quattro M (Murder, Motive, Mean, Moments of oppurtunity)... Condividi il Tweet

ovvero: delitto, movente, arma, occasione.

Voi autori dovete essere consapevoli e conoscere nei minimi dettagli come sono andate le cose.

Consiglio, per non rischiare di cadere in errori di logica e di coerenza, di creare una scaletta con l’elenco in ordine cronologico degli avvenimenti principali.

(Potete usare app che costruiscono delle timeline).

timeline-template

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Decalogo di Knox

Vediamo ora le 10 regole per scrivere un poliziesco perfetto che Know dettò nel 1929.

  1. Il colpevole dev’essere un personaggio che compare nella storia fin dalle prime pagine; il lettore non deve poter seguire nel corso della storia i pensieri del colpevole.
  2. Tutti gli interventi soprannaturali o paranormali sono esclusi dalla storia.
  3. Al massimo è consentita solo una stanza segreta o un passaggio segreto.
  4. Non possono essere impiegati veleni sconosciuti; inoltre non può essere impiegato uno strumento per il quale occorra una lunga spiegazione scientifica alla fine della storia.
  5. Non ci dev’essere nessun personaggio cinese nella storia.
  6. Nessun evento casuale dev’essere di aiuto all’investigatore e neppure lui può avere un’inspiegabile intuizione che alla fine si dimostra esatta.
  7. L’investigatore non può essere il colpevole.
  8. L’investigatore non può scoprire alcun indizio che non sia istantaneamente presentato anche al lettore.
  9. L’amico stupido dell’investigatore, il suo dottor Watson non deve nascondere alcun pensiero che gli passa per la testa: la sua intelligenza dev’essere impalpabile, al di sotto di quella del lettore medio.
  10. Non ci devono essere né fratelli gemelli né sosia, a meno che non siano stati presentati correttamente fin dall’inizio della storia.

 

Tranne il punto 5 che era contestualizzato al periodo, tutti gli altri sono assolutamente attuali.

Uno degli aspetti fondamentali è che sia il lettore che l’investigatore (che può essere professionista o dilettante), devono essere messi entrambi in grado di risolvere il mistero. Gli indizi e gli elementi devono essere inseriti affinché il lettore possa eventualmente coglierli. Ovviamente possiamo esporli in modo furbo, mischiando le carte in tavola, distraendo il lettore da ciò che non vogliamo venga visto. Allora un elemento fondamentale verrà inserito e dimenticato, senza puntarvi il riflettore contro, e un elemento irrilevante per le indagini verrà fatto passare per potenzialmente importante.

Come dicevamo, anche il colpevole deve essere presentato all’inizio, e deve essere uno dei personaggi della storia, a prescindere dal ruolo.

Colpi di scena, tensione, atmosfera e cambiamento di ritmo sono altri elementi che concorrono alla stesura di un buon romanzo o racconto giallo.

“Nigger Island, rocce odorose d’alghe e popolate di gabbiani a circa un miglio dalla costa. Si era conquistata il nome per la sua forma che rassomigliava a una testa d’uomo: un profilo negroide”.
Agatha Christie

La trama, oltre che perfetta, deve prevedere una soluzione univoca. I fatti possono essere avvenuti solo in un modo e ogni azione deve avere un senso e uno scopo

La struttura narrativa generalmente prevede 3 fasi:

L’evento violento (omicidio, rapimento, furto…) che dà avvio alla narrazione.

La ricostruzione (come e da chi è stato commesso il crimine).

La soluzione del caso (che chiude la storia).

Abbiamo bisogno quindi di una trama originale, avvincente e senza errori, ma anche di un montaggio e di un intreccio adatti a un lettore moderno. Ricordiamo che un giallo rappresenta un rebus, una sfida dell’autore per il lettore. Penso che raramente in un racconto giallo moderno la fabula coinciderà con l’intreccio. Ci saranno quindi flashback, flash-forward, tagli di scena. Non solo, ma anche se due o più avvenimenti si svolgono parallelamente nello stesso arco temporale, cambiando punto di vista o effettuando cambi di scena, possiamo decidere quando smettere di raccontare gli avvenimenti e lasciare il lettore in sospeso proprio sul più bello. In questo modo gli concederemo una meritata pausa dopo aver costruito una tensione crescente (climax).

Oppure fare il contrario, e partire dall’assassinio, senza svelare i momenti che l’hanno preceduto.

Personalmente apprezzo le storie dove si possono interpretare la realtà, i personaggi e anche gli stessi elementi della trama in diversi modi. Allora, uno stesso indizio potrebbe essere utile o meno alle indagini, e lo potremmo inserire proprio per sviare il detective (e il lettore).

Oltre allo scoprire chi è il colpevole è interessante, in un crime, indagarne il movente. Possiamo venire a conoscenza, dunque, di alcuni retroscena della vita dell’assassino, ma anche della vittima e dell’investigatore. Difatti, proprio perché si dà molto spazio alla natura personale e privata dei personaggi, in un racconto giallo  generalmente non si inseriscono gli omicidi commessi dalle organizzazioni criminali.

ll giallo ci ricorda che siamo tutti dei potenziali assassini; che, date alcune circostanze, potremmo uccidere. Quando leggiamo un romanzo giallo o vediamo un thriller ci rispecchiamo alternativamente nella vittima, nell’investigatore ma anche nel criminale.

Compito dello scrittore è creare empatia e personaggi credibili.

detective

Parlando di personaggi, in un poliziesco possiamo generalizzare che siano presenti:

l’eroe protagonista: può essere l’investigatore, un agente, un commissario di polizia, oppure un investigatore non professionista che svolge le indagini;

l’aiutante del protagonista: fa da spalla al protagonista, e lo aiuta nelle indagini;

l’antagonista: ovvero l’autore del crimine;

la vittima: chi subisce le conseguenze del crimine;

eventuali testimoni: forniscono le prove per smascherare il colpevole o per scagionare un innocente.

È importante, quindi, creare personaggi efficaci e a tutto tondo.

L’assassino avrà anche debolezze, vizi, conflitti interiori (o una bella gastroenterite); l’investigatore, oltre alle indagini, condurrà una vita privata, con tanto di guai con la fidanzata o col mutuo.

Ma, alla risoluzione del caso, ci arriverà sempre su base logico-scientifica.

Per questo, quando scriviamo un giallo dobbiamo conoscere perfettamente:

  • chi è l’assassino
  • il movente
  • la dinamica
  • la tecnica utilizzate per il crimine.

Queste possono essere considerate le regole per scrivere un romanzo o un racconto giallo. Bisogna esserne a conoscenza, ma, se si vuole essere originali, si possono anche trasgredire.

Proprio come fece Poe con la sua La lettera rubata

 

Il colpo di scena è sicuramente un elemento fondamentale in un crime e in un giallo.

Il colpo di scena, ovvero, la rivelazione di un elemento, di un’informazione, di come sono accaduti

veramente gli avvenimenti si può realizzare giocando con i punti di vista dei personaggi.

Ovvero, abbandonare il punto di vista di uno dei protagonisti (della vittima ad esempio),

e seguire quello di altri personaggi, che hanno solo informazioni parziali.

Ne parlo in questa video-pillola, prendendo spunto dalla seconda stagione di ELITE, la serie crime spagnola.

 

Vi lascio con i miei personali consigli di lettura

  • Tutto Giorgio Scerbanenco
  • Raymond Chandler
  • Agatha Christie (10 piccoli indiani e altri romanzi)
  • Il bambino nella valigia (di Lene Kaaberbol )
  • Tutto Simenon
  • Maurizio De Giovanni
  • Rex Stout
  • Chandler
  • Poe
  • Una storia semplice, Sciascia
  • Tutti i Giallisti  Scandinavi
  • La ragazza del lago (film)
  • La ragazza del treno (film e libro)
  • Il sospetto (film)
  • Seven (film)

VIDEO CORSO "COME SCRIVERE UN GIALLO"

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