Sei un aspirante scrittore alle prese con la scrittura del tuo primo romanzo?

Se sei un aspirante scrittore alle prese con la scrittura di un romanzo, potresti incappare in qualche leggerezza.

Commettere errori nella scrittura di un romanzo è umano. La mancanza di esperienza, e l’impossibilità di essere oggettivi e lucidi nella rilettura del proprio manoscritto, rendono fondamentale il confronto con un editor o un lettore professionista.

La revisione è una parte fondamentale del processo di scrittura.

Qui di seguito ho raccolto quelli che secondo me sono alcuni degli errori più frequenti che ho riscontrato in anni di lavoro su testi di aspiranti scrittori e sulla revisione dei miei romanzi e racconti.

Compiere questi errori può compromettere la qualità del tuo testo, e quindi la relativa pubblicazione del tuo romanzo.

Pronto alla carrellata? Prova ad individuare se hai commesso uno o più di questi errori.

1. Pensare che la prima stesura sia il prodotto finito

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Come dice Hemingway, la prima stesura è mexxx. Quando iniziamo a scrivere molte volte non sappiamo neanche noi di cosa vogliamo parlare, ed è giusto che sia così, perché ogni romanzo dovrebbe essere una scoperta. Inoltre, quando svolgiamo la prima stesura, andiamo alla ricerca di tanti elementi e dobbiamo prestare attenzione a troppe cose: la trama, la costruzione del personaggio, la lingua, lo stile, i dialoghi. E soprattutto, seguiamo un flusso creativo, un’onda che ci trascina verso una meta, per cui è impossibile curare tutti gli aspetti di un romanzo in una sola volta. Suggerisco, una volta finita la prima stesura, di prendersi una pausa mentale dal romanzo. Poi, di cominciare la prima revisione, curando i macroaspetti.

Innanzitutto, il tema: ti è chiaro di cosa hai voluto parlare?

A seguire, gli archi narrativi, l’evoluzione dei personaggi, il climax, il finale. Successivamente, consiglio di prendere un’ulteriore distanza da ciò che si è scritto, di stampare il testo, e leggerlo come se fosse il romanzo di un altro scrittore. Prendersi del tempo è un fattore fondamentale. Chiaramente se si vuole presentare il manoscritto alle case editrici o auto-pubblicarlo in self-publishing, sarà opportuno far revisionare il romanzo da un editor professionista

[Qui trovi la mia guida definitiva al self-publishing.

Perché è impossibile avere una visione lucida su tutto, o notare elementi narrativi ridondanti, non funzionali, o potenzialità inespresse.

2. Trama non trama (soprattutto nei romanzi autobiografici)

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Non importa il genere di romanzo che scriviamo: mainstream, autobiografico, giallo, rosa, storico, ecc… Soprattutto nel romanzo autobiografico o nei memoir, il rischio può essere quello di parlare di noi stessi, senza seguire una struttura e senza progettare un intreccio, o usare una cornice. La nostra scrittura rimane solo uno sfogo fine a se stesso, una pagina di diario personale che non può interessare il lettore. Usare un’architettura, ad esempio la struttura aristotelica in III atti, è sempre un ottimo modo per scrivere storie che non siano sfilacciate e che seguano archetipi e modelli narrativi millenari.

Si potrebbero seguire inoltre tracce come le 12 tappe del viaggio dell’eroe, teorizzate da Vogler o le 22 tappe di John Truby.  L’importante è seguire una struttura, fare una scaletta che metta in evidenza le relazioni di causa-effetto.

3. Fine affrettata. Il libro viene abbandonato, il finale non soddisfa il lettore

Questo errore è conseguente di due aspetti:

  • La stanchezza fisica ed emotiva.
  • Arriviamo al finale senza che ci sia stato un climax. In altre parole, il finale non è un finale, non chiude degli archi narrativi, oppure il problema è la struttura che ha portato a quel finale.

4. Dialoghi didascalici, rivolti al lettore

 

Una delle cose più difficili è scrivere buoni dialoghi. Si ha l’impressione che siano facili da scrivere, quindi ci accontentiamo che siano credibili e orecchiabili. Ma il dialogo narrativo e drammaturgico, a differenza delle chiacchiere della vita reale, deve essere denso di significato e contenere il sotto-testo. Riassumendo, il sotto-testo contiene tutte quelle parole non dette, trattenute, censurate, e mette in evidenzia il conflitto e la tensione tra i personaggi.

5. Personaggi che non cambiano, non si evolvono

Una delle cose più interessanti nella narrativa, ma anche nei film, è seguire l’evoluzione dei personaggi letterari. A volte possiamo compiere l’errore di presentarli come invincibili, o di mostrarli già con tutte le carte vincenti. Questo presuppone che non debbano scoprire o imparare niente di se stessi. Questo è il motivo per cui facciamo intraprendere al nostro eroe il famoso viaggio.

6. Muri di testo

 

 

La narrazione è composta da 4 elementi: descrizione, azione, dialogo, riflessione. Ma non per questo dobbiamo inserirli a blocchi interi. Dobbiamo invece miscelarli sapientemente, evitando quei fastidiosi muri di testo. Impariamo a dosare i quattro elementi, a rilasciare le informazioni gradualmente (ad esempio, le descrizioni fisiche dei personaggi, o le battute di dialogo).

7. Descrizioni barocche fini a se stesse

Le descrizioni di un ambiente o di un personaggio, dovrebbero passare dall’emotività e dal punto di vista del narratore. Devono dirci qualcosa di originale e unico, non devono essere degli svolazzi, delle decorazioni fini a sé stesse. Magari per fare sfoggio di parole forbite che conosciamo. Inoltre, considera che il lettore di oggi si approccia alla lettura di un romanzo in modo diverso. Non siamo più nell’Ottocento, dove i romanzieri avevano anche il compito di istruire, spiegare e illustrare luoghi e ambientazioni altrimenti non conoscibili da un popolo che non viaggiava e di certo non aveva video, foto e tv.

8. Cliché, metafore stantie

Sei bello come il sole. Era bella come una dea. Aveva gli occhi azzurri come il mare e i capelli giallo grano.

Quando usiamo metafore stantie e cliché non stiamo solo annoiando il lettore. Non si tratta solo di una questione stilistica, ma stiamo usando il pensiero riciclato di un’altra persona.

9. Assenza di conflitti significativi

La vostra protagonista è una ragazza che si innamora di un bellissimo ragazzo. Dopo neanche una giornata i due si mettono assieme. Oppure, il vostro protagonista è un maratoneta. Dopo un mese di allenamento partecipa alla Maratona di New York e vince. Oppure, ancora, la vostra protagonista è una donna che deve scegliere tra la carriera in banca o in assicurazione. Insomma, come diceva una pubblicità, ti piace vincere facile.
Facciamo invece macerare i nostri personaggi nel dramma di dubbi e conflitti significativi, il motore della narrativa.

10. Infodump

Ovvero, non scaricare tutto quello che sai negli occhi del lettore solo perché ne sei a conoscenza.
Potrei dire che l’infodump è l’aspetto speculare del principio dell’iceberg di Hemingway, per cui la storia che deve emergere in superficie è solo un ottavo del mondo sommerso dei vostri personaggi.
Hai fatto ricerca, ti sei documentato su molti aspetti della tua storia, hai scritto molte pagine per capire meglio uno snodo, un passaggio, un personaggio? Ottimo! In fase di revisione devi capire tutto ciò che è superfluo per il lettore.
Cosa, di tutto il materiale raccolto e scritto, rappresenta la back-story e il world-building (la parte sommersa) e cosa invece rappresenta la storia che stai raccontando.

11.Tradire il punto di vista

Una volta scelto un punto di vista e una focalizzazione bisogna rimanere coerenti. Una cosa molto fastidiosa per il lettore è percepire un cambio di prospettiva. Anche se non se ne accorge a livello razionale, qualcosa stride nella sua testa.

Ad esempio, abbiamo iniziato a raccontare la storia dal punto di vista in prima persona di Maria, innamorata di un collega. E all’improvviso conosciamo pensieri ed emozioni del collega in questione.

12. Usare sommari anziché scene

La narrazione si può esprimere attraverso sommari e scene. Nel sommario si riassumono e raccontano gli eventi, nella scena si mostrano i personaggi in azione. Nella scena quindi si approfondiscono le dinamiche tra i personaggi, con tanto di dialoghi. Un errore comune (l’ho commesso anch’io) è quello di sorvolare su momenti importanti della storia, su momenti che dovrebbero essere ricchi di pathos, lì dove il lettore vuole emozionarsi e saperne di più. I motivi sono diversi, uno di questo è che creare una scena vivida e ricca di dettagli richiede uno sforzo di concentrazione notevole. E comporta una certa dose di sofferenza.

13. Discrepanza nella voce narrante

Ovvero il romanzo non risulta avere un’unica voce narrante omogenea, ma sembra quasi un collage di diversi tipi di narrazione. Questo può dipendere da diversi motivi: hai scritto il romanzo durante un lungo periodo di tempo, sei stato influenzato da autori che hai letto recentemente, hai cambiato gusti/inclinazioni, hai scritto in un mood particolare. È importante quindi, in fase di revisione, uniformare questa voce narrante. 
Attenzione inoltre a quelle fastidiosi voci che si parlano addosso, commentando gli avvenimenti tutto il tempo. Lascia palare le azioni.

Fammi sapere se anche tu hai commesso questi errori. E ricorda che se hai bisogno di una mano, io e i miei colleghi, siamo qui pronti ad aiutarti.

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